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Aggressioni a medici e infermieri: cos’è il daspo sanitario e si può fare davvero?

Per contrastare il fenomeno delle crescenti aggressioni a medici e infermieri, Fratelli d’Italia ha proposto l’istituzione di un daspo sanitario. Tre anni di esclusione dal Servizio Sanitario Nazionale gratuito, ad eccezione delle cure urgenti.

Una proposta avanzata da Fratelli d’Italia potrebbe portare a introdurre il daspo sanitario. La misura è la risposta alle crescenti violenze negli ospedali che prevede una sospensione dall’assistenza del Servizio Sanitario Nazionale gratuito per tre anni per chiunque aggredisca medici e infermieri, eccezion fatta per le cure di emergenza.

Uno degli ultimi episodi più gravi è avvenuto al Riuniti di Foggia ai primi di settembre. Diversi medici e infermieri hanno dovuto rifugiarsi in una stanza d’ospedale per proteggersi da una cinquantina di familiari e amici di una giovane paziente deceduta poco tempo prima durante un intervento chirurgico che tentavano di irrompere. Una dottoressa ha riportato una frattura alla mano, mentre un suo collega è stato colpito in faccia con diversi pugni.

Che cosa prevede il disegno di legge

In base a quanto presentato tramite il disegno di legge, il daspo esclude l’accesso gratuito all’assistenza sanitaria nazionale per tre anni a chiunque aggredisca gli operatori sanitari impegnati al lavoro o danneggi i beni oggetto di patrimonio sanitario. Le cure salvavita e le cure urgenti non rientrano nel provvedimento.

Infermieri e medici chiedono maggiori tutele

Il sindacato degli infermieri Nursing up denuncia un preoccupante aumento delle aggressioni a danno del personale sanitario negli ultimi dieci anni. Nel solo mese di agosto sono stati registrati 34 episodi di violenza. Per questo chiedono una maggiore presenza delle forze dell’ordine a presidio degli ospedali. Durante l’orario notturno nessun agente garantisce l’incolumità di medici e infermieri.

Daspo: è una misura davvero applicabile?

Il disegno di legge solleva seri problemi di costituzionalità. Il daspo sanitario, che andrebbe a colpire l’accesso degli aggressori all’assistenza sanitaria pubblica, è infatti incostituzionale. Non è possibile negare il diritto universale alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione.

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