È durata decine di anni e l’ha risolta una crisi di mercato. È stato il più grande schema Ponzi mai visto. È stata la storia di Bernie Madoff. È su Netflix ora (Madoff, il mostro di Wall Street): vediamo di che si tratta.
Gli inizi a Wall Street
Classe 1938, ebreo, Madoff inizia con una piccola attività per avviare poi quella di broker. Che ha subito una caratteristica. Ha un lato in luce e uno in ombra, nascosto, noto solo ad alcuni: quello di gestire un fondo speculativo. Madoff sa che questi fondi sono soggetti a controlli per la tutela degli investitori e decide di non prendere la licenza per farlo. In pratica, di gestirlo illegalmente. Così non avrà controlli. Garantisce profitti sopra la media (nel senso che garantiva un 10% annuo, inferiore a quello dei suoi concorrenti, ma garantito al di là di qualsiasi oscillazione di mercato) e infatti ogni mese versa buone cedole ai suoi clienti. Che aumentano rapidamente e che hanno una sola consegna: non dire che dietro ci sono io, ok? Nessuno fa troppe domande, visto che i soldi arrivano regolarmente, incuranti delle oscillazioni di mercato. Un sogno.
Ma si tratta di uno schema Ponzi
Cioè: Madoff pagava quegli interessi con i capitali portati dai nuovi investitori. Una gigantesca piramide. Il geniale contributo al crimine dato dall’italoamericano Charles Ponzi, che raccolse 15 milioni di dollari, truffando 40.000 persone, negli anni Venti. Con questo metodo, Madoff in pratica non investiva affatto i soldi ricevuti, ma li faceva girare per tenere in piedi il sistema e arricchirsi moltissimo. Poi faceva arrivare rendiconti falsi agli investitori, che erano banche come Unicredit, la Royal Bank of Scotland (esposta con lui per 445 milioni) premi Nobel come Eli Wiesel, artisti come Steven Spielberg e tanta, tantissima gente comune che gli aveva dato i risparmi di una vita per una bella pensione: e fu rovinata.
Madoff aveva due lati di personalità
Cordiale, simpatico, rassicurante ma anche ossessivo, sospettoso, manipolatore, spregiudicato. Un innovatore del settore, uno che alla SEC (l’autorità di controllo del mercato) era di casa (ne aveva scritto le regole), che era stato Presidente del Nasdaq, un guru di Wall Street. Nessuno faceva domande. Non c’era due diligence, non c’era trasparenza in quel che faceva, ma nessuno immaginava che un personaggio di quella caratura potesse essere un criminale totale. E così la cosa andò avanti per quarant’anni: un record. In altri Ponzi, i criminali agivano per recuperare investimenti sbagliati, magari: qui no. Fu tutto predeterminato dall’inizio.
Entra in gioco un esperto di contabilità
Un esperto di matematica, frodi finanziarie e derivate: Harry Markopolos. Capì che qualcosa non funzionava e cominciò a mandare rapporti dettagliati alla SEC. Non gli cedettero e lui insistette per 5 anni. Mandavano ispettori giovani e impreparati e Madoff se li giocava con la mano sinistra. Nel frattempo, lo schema Ponzi aveva raggiunto la cifra mostruosa di 65 miliardi di dollari. Markopolos non mollò, fino a inviare un rapporto con 29 “red flags” che non potevano essere ignorate. La SEC convocò con educazione Madoff e lui -inaudito- si presentò da solo: fece il bluff di consegnare un falso numero del conto corrente che avrebbe dovuto usare per le transazioni. Nessuno lo controllò, lo show aveva funzionato.
La fine di Madoff
Poi arrivò la crisi del 2008, quella dei mutui sub-prime. La gente era impazzita, tutti rivolevano indietro i loro soldi, non c’era verso. Madoff non aveva la liquidità per pagare tutti. Fu la fine. L’11 dicembre 2008 fu arrestato e confessò prima ancora di chiamare il suo avvocato, dopo aver confessato di fronte alla sua famiglia, che non la prese bene: erano rovinati.
Due anni esatti dopo, uno dei figli di Madoff, Mark, che aveva lavorato con lui, si suicidò. L’altro figlio, anch’egli alle dipendenze del padre, morì nel 2014 per un linfoma. E Madoff? Nel 2009 gli dettero 150 anni di carcere e ci morì dentro, nell’aprile 2021. Si dichiarò unico responsabile, per salvare i suoi dipendenti. Che non erano certo degli ingenui, non tutti. Il suo ufficio era diviso in due. La parte sporca del lavoro, quella criminale, la facevano giù, al 17° piano, dove gli impiegati di sopra non potevano entrare nemmeno se lavoravano per Madoff da vent’anni. Il fondo del Governo americano per le vittime è riuscito ad oggi a restituire l’80% dei capitali persi, ma ci sono stati anche suicidi.
E state certi che, prima o poi, un altro schema Ponzi tornerà a farsi vivo da qualche altra parte.
Foto di Kenny Eliason su Unsplash