Uno modello specifico e approfondito che prende in considerazione una varietà di aspetti individuali, al fine di identificare alcuni tratti della personalità che potrebbero mostrarsi anomali e atipici.
Ogni soggetto ha dei tratti e delle dinamiche che si differenziano in base all’emotività, alla socievolezza e alla dimensione più intima. Le persone sono predisposte per natura a reagire e quindi comportarsi secondo stili e tipologie differenti di condotta, che possiamo esporre come tratti distintivi dello stesso.
Lo studio della personalità e la Teoria dei Big Five
Quando parliamo della personalità, dobbiamo però ricordare che si differenzia dal carattere e dal temperamento, che sono due concetti totalmente diversi. Lo psicologo statunitense Gordon Willard Allport elabora una chiara definizione del concetto di personalità intesa come “una organizzazione dinamica di tutti quei sistemi che determinano l’adattamento di un soggetto al suo ambiente“.
La teoria della quale parliamo, ovvero quella dei Big Five, si colloca a metà tra la complessa Teoria dei tratti di Cattel dei 16 fattori e l’estrema semplificazione della Teoria di Eysenck dei 3 fattori. Al momento è considerata dalla maggior parte degli studiosi il riferimento principale per affrontare lo studio delle differenze soggettive individuali in quanto descrive cinque fattori essenziale nello studio della personalità:
Energia, orientamento fiducioso ed entusiasta nei confronti delle circostanze della vita, quasi sempre interpersonali; Amicalità, essere altruisti e prendersi cura dell’altro, dare supporto emotivo senza indifferenza; Coscienziosità, precisone e accuratezza, affidabilità, responsabilità e volontà di avere successo; Stabilità emotiva, varietà di caratteristiche collegate al sentimento di ansia e alla presenza di problemi emotivi come disturbi dell’umore; Apertura Mentale, uno sbocco verso nuove idee, valori e sentimenti.
I Big Five possono essere misurati attraverso due test: il Neo Personality Inventory di Costa e Mc Crae e il Big Five Questionnaire di Caprara, Borgognoni e Barbanelli. Entrambi validissimi e utilizzati in ambito professionale, presentano un’articolazione dei cinque fattori in sottodimensioni con spettro più limitato, che possano cogliere aspetti particolari e che consentano quindi una descrizione accurata della personalità.
Uno strumento utile per riconoscere disturbi della personalità
Il test è di facile somministrazione ma è il caso di ricordare che, in quanto strumento psicodiagnostico, può essere somministrato solo ed esclusivamente da professionisti.
È possibile riconoscere, attraverso questo strumento, un disturbo Borderline della personalità?
Bisogna partire dal presupposto che il soggetto al quale viene diagnosticato questo disturbo, peraltro ampiamente descritto e identificato all’interno del DSM-IV e V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), vive in bilico tra oscillazioni di stati emotivi e depressivi.
Una vera e propria altalena sentimentale che porta ad una distruzione emotiva e conseguente confusione delle persone che hanno al loro fianco.
Quali possono essere i segnali che indicano questo disturbo?
I sintomi possono variare da impulsività a rabbia non motivata, paura dell’abbandono e instabilità emotiva che si ripercuote anche nella vita affettiva. In questo caso il test può essere un aiuto, sebbene negli ultimi anni suddetto disturbo è stato affrontato con la Terapia Dialettica Comportamentale.
Possiamo concludere sostenendo che la soluzione a cinque fattori appare oggi un qualcosa di unitario ed equilibrato capace di rendere conto di divergenze che hanno sempre costituito l’aspetto meno convincente dei modelli fattoriali della personalità, con ampio numero di casistiche variabili e complesse.