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Brevettata una tecnologia che è in grado di “parlarci” delle scene del crimine nei dispositivi IoT

La nuova frontiera dei servizi di investigazione e intelligence, raccoglie informazioni direttamente dagli oggetti che ci circondano

chi è…

ANTONIO MAURO

Professore, Perito, Scrittore

Consegue negli U.S.A. la laurea in Ingegneria Informatica e un Dottorato di Ricerca in Electronic Communications and Cybercrimes Security Governace.

E' professore a contratto presso l’università di Tor Vergata nel dipartimento di Ingegneria di Internet ed è docente in corsi di laurea presso l'università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Milano, l'Aquila. Inoltre è docente presso la Scuola di Telecomunicazioni Forze Armate, la Direzione Investigativa Antimafia ed ha tenuto corsi presso l'Istituto Superiore di Tecniche Investigative dell'Arma dei Carabinieri e l'European Police College.

Spesso è convocato come Perito/Consulente e/o Ausiliaro di PG in ambito civile e penale ed opera anche come C.T.P.

E' membro dell'Osservatorio per la Sicurezza Nazionale e del New York / New Jersey Electronic Crimes Task Force- U.S. Secret Service.

Per 10 anni ha ricoperto il ruolo di Sales System Engineer presso Cisco System, Inc. ha curato importanti progetti nazionali ed internazionali per enti della pubblica amministrazione, per la Difesa e la Nato.

E' invitato come relatore alle più importanti conferenze nazionali ed internazionali sul tema della sicurezza informatica, cybersecurity ed intelligence.

E’ co-autore di diversi libri ed articoli scientifici sul tema della sicurezza, cybersecurity ed intelligence.

E' stata da poco lanciata nel mercato una nuova soluzione chiamata 4n6 @home device… features the future!! brevetto del prof. Antonio Mauro, che in collaborazione con CloudPlugs Inc., azienda americana leader nel settore IoT, ha progettato una piattaforma utile a raccogliere informazioni dagli oggetti presenti in una scena del crimine e renderli utili alle indagini. Una rivoluzione non da poco, soprattutto in vista dell'impatto che l'Internet of Things avrà nelle vite di tutti noi. Ma facciamo un passo indietro e per avere una visione più chiara di questa tecnologia, abbiamo chiesto proprio al Prof. Antonio Mauro di rispondere ad alcune domande.

Per prima cosa potrebbe darci una definizione di Internet of Things ?
Per usare la definizione alla carta, è un neologismo riferito all'estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti.
Ma per capire al meglio di cosa parliamo, potremmo dire che ci riferiamo a quell’insieme di tecnologie che hanno come scopo quello di permettere a qualsiasi oggetto connesso ad internet, sia esso nativamente capace di ciò o meno, di interagire con gli altri oggetti, siano essi nativamente tecnologici o meno.
In poche parole, se prima potevamo pensare solamente al nostro computer o cellulare, come oggetti capaci di “parlare” fra loro in rete, poi abbiamo cominciato a vederlo fare alle stampanti e agli scanner, ora è arrivato il momento in cui si rompe il limite, e qualsiasi oggetto potrà farlo.
Ciò che veramente caratterizza gli oggetti come IoT enabled è la loro capacità di auto-scoprirsi e comunicare scambievolmente al fine di portare a termine la loro funzione.

Quali sono i progetti in via di sviluppo di questa tecnologia applicabili ai settori vigilanza/sicurezza e investigazioni? E quali invece le possibilità che si prospettano in futuro?
In questo momento c’è molto fervore in quanto la pervasività degli oggetti IoT farà crescere la capacità di investigare. Immaginiamo la “casa del futuro” la quale sarà pervasa da oggetti IoT (esempio: sensori di temperatura, sensori di passaggio, home automation, elettrodomestici, home entertainment, etc). Ognuno di questi oggetti genererà dei file di log i quali, con il supporto di esperti del settore e tecnologie specifiche, ci permetteranno di avere informazioni sulla presenza o meno in casa, sugli spostamenti, etc. tutte informazioni utili agli investigatori.

Sembra che questa tecnologia sarà in grado di rivoluzionare la nostra vita, quali sono i tempi di questa rivoluzione?
Guardando da lontano ciò che definiamo con IoT ci rendiamo conto che in realtà non sta accadendo ora, ma bensì è già in essere da tempo, i nostri computer sono oggetti che “parlano” attraverso la rete, e così ora lo sono telecamere di sorveglianza, o citofoni.
La rivoluzione è ora. Le aziende leader stanno correndo ad accaparrarsi le tecnologie chiave e le startup innovative, questo per siglare “accordi tra big” e creare standard di connessione condivisi.
Le nostre vite cominceranno a cambiare realmente quando la connettività che ci raggiunge migliorerà ancora di più, non dimentichiamo che il tutto grava in termini di comunicazione, sulle infrastrutture odierne.
Presto il costo dei prodotti sarà alla portata di tutti ed i dispositivi wearable saranno la nostra quotidianità: occhiali, anelli, bracciali, sensori di movimento e visori per la realtà virtuale.

Come stanno reagendo i mercati italiani all'IoT?
Innanzitutto dobbiamo fare qualche premessa in proposito per capire i mercati coinvolti e l’offerta di mercato.
Pensiamo ad esempio all’automazione industriale: telecontrollo (esempio: come la sensoristica a corredo delle linee di produzione) supporto tecnico, presidio di sicurezza, telegestione, oppure a sistemi di condizionamento caldo/freddo o sistemi per l’erogazione di energia elettrica solo in aree realmente occupate da persone: tutto questo è già IoT.
Altrettanto dicasi per la cosiddetta Home Automation o Domotica, dove termostati o sistemi interi di condizionamento programmabili o attivabili da cellulare sono ormai all’ordine del giorno.
Il punto di cambiamento, cioè quello che segna il vero passo per le tecnologie IoT, è che gli oggetti non devono essere solo connessi alla rete, ma capaci di autoriconoscersi sulla rete e comunicare tra di loro indipendentemente.
Il mercato industriale/business percepisce molto bene l’arrivo di questo tipo di tecnologia in quanto sono possibili dei notevoli risparmi economici senza danneggiare la qualità dei prodotti. Nel mercato privato invece la domotica la fa da padrone anche grazie ai costi degli oggetti “smart” a volte alla portata di tutti a volte un po’ meno.

Quali sono i perico
li a livello di utilizzazione pratica o di privacy di questa tecnologia?

I pericoli sono più o meno uguali alle attuali infrastrutture di rete e del web. Analizzando gli scenari privacy e la sicurezza si possono ricondurre a considerazioni che già esistono nelle attuali infrastrutture: monitoraggio e controllo. Se un oggetto IoT produce dati (esempio: i cosi detti file di log), questi potrebbero essere relativi a persone ed all’utilizzo della tecnologia, di conseguenza si potrebbe ricadere anche nel campo della trasparenza e del trattamento dei dati personali. Se un oggetto può essere gestito a distanza e se questo è connesso ad internet (e per definizione deve esserlo) questo potrebbe essere attaccato da criminali informatici esattamente come avviene con un normale PC, pertanto si dovranno sperimentare e trovare soluzioni specifiche per oggetti IoT in modo da proteggersi proattivamente da eventuali minacce.

di Laura Torresan

© Riproduzione riservata


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