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Bullismo e cyberbullismo: il 65% dei giovani è vittima di violenza

Bullismo e cyberbullismo rappresentano una piaga sociale sempre più diffusa. Il fenomeno, che colpisce il 65% dei giovani, richiede strategie efficaci di prevenzione e di educazione. La scuola diventa il fulcro della lotta, con nuove norme che rafforzano il senso di responsabilità tra gli studenti.

Bullismo e cyberbullismo: un fenomeno allarmante

Il bullismo e il cyberbullismo sono ormai emergenze sociali che coinvolgono direttamente i più giovani. Secondo una recente indagine di Terre des Hommes e OneDay, condotta su un campione di 2.700 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 26 anni, il 65% dei giovani ha subito episodi di violenza.

Nello specifico, il 63% dei giovani risulta vittima di bullismo, mentre il 19% di cyberbullismo. Il 58% degli under 26 individua nel revenge porn il rischio maggiore che si corre sul web. Seguono l’alienazione dalla vita reale (49%), le molestie (47%) e il cyberbullismo (46%). Con l’abbassarsi dell’età, però, è il cyberbullismo che diventa il rischio più temuto, indicato dal 52% degli under 20.

I dati evidenziano anche una marcata differenza di genere: il bullismo colpisce maggiormente i ragazzi, mentre il cyberbullismo è più diffuso tra le ragazze. Le principali motivazioni che si nascondono dietro questi comportamenti vessatori riguardano l’aspetto fisico (79%), seguito dall’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l’origine etnica e geografica (10,5%), l’identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%).

Le conseguenze psicologiche: perdita di autostima e ansia

Le ripercussioni psicologiche per le vittime di bullismo e cyberbullismo sono gravi e spesso durature. Il 75% di chi ha subito atti di violenza riporta una perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri. Il 47% sviluppa ansia e attacchi di panico, mentre il 45% tende a isolarsi. Altri effetti comuni includono difficoltà di concentrazione e scarso rendimento scolastico (28%), depressione (28%), rifiuto della scuola (24%) e disturbi alimentari (24%).

La scuola, pur non essendo l’unico luogo in cui questi episodi si verificano, è diventata il principale avamposto per la prevenzione e il contrasto a questo fenomeno. Le nuove “Linee guida per l’educazione civica”, introdotte dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, pongono l’accento sulla promozione di una cultura del rispetto e sulla responsabilizzazione degli studenti. Oltre ai progetti educativi, il sistema sanzionatorio è stato aggiornato con la legge n. 150 dell’ottobre 2024, prevedendo misure più incisive per gli autori di atti di bullismo.

Nuove misure disciplinari

Tra le principali novità introdotte dalla legge 150 c’è l’introduzione di un nuovo sistema di valutazione della condotta. Gli studenti con un voto di condotta inferiore a 5 dovranno ripetere l’anno scolastico, mentre chi ottiene il 6 dovrà sostenere un esame di recupero sui valori di cittadinanza. Inoltre, il voto di condotta degli ultimi tre anni avrà un impatto sulla valutazione finale della Maturità.

Un’altra innovazione riguarda la gestione delle sanzioni disciplinari: gli studenti che si rendono responsabili di atti gravi non saranno solamente sospesi, ma dovranno svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le scuole. Secondo il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Mario Rusconi, queste misure rappresentano un passo avanti nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo, trasformando il sistema educativo in un percorso di responsabilizzazione e di crescita. La riforma, dunque, punta a un modello di scuola che non sia solo punitivo, ma anche educativo, favorendo la consapevolezza e il rispetto delle regole.

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