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Caso Boccia-Sangiuliano: pubblicare screenshot di chat private è legale?

Il recente caso Boccia-Sangiuliano ha sollevato molti dubbi e interrogativi circa la possibilità di pubblicare, e inviare a terzi, screenshot di chat private su WhatsApp, foto, video e registrazioni audio. È legale o costituisce reato diffondere questo tipo di materiale? E quando questo comportamento viola la privacy altrui?

Caso Boccia-Sangiuliano: cosa è successo?

Iniziato ad agosto con la pubblicazione di un post su Instagram, il caso Boccia-Sangiuliano sta tenendo banco a livello mediatico da diverse settimane. L’imprenditrice Maria Rosaria Boccia ha pubblicato sui suoi profili social documenti, e-mail, audio e video riguardo al suo rapporto con l’ex Ministro alla Cultura e alla nomina a Consigliere per i Grandi Eventi. Come noto, quanto accaduto ha portato alle dimissioni di Sangiuliano e a un ampio dibattito pubblico.

Al di là del caso politico e personale, questo episodio sta sollevando polemiche e interrogativi rispetto anche alla liceità del comportamento tenuto da Boccia. In questi giorni sono usciti ulteriori dettagli rispetto alla loro relazione tramite le conversazioni private in chat. È lecito quindi chiedersi: è legale o costituisce reato diffondere foto, video e screenshot di chat private su WhatsApp? La condivisione di queste informazioni, infatti, non è sempre illegale, ma può diventare un reato quando viola la privacy o i diritti di altre persone.

Quando diffondere le chat private diventa un reato?

La questione legale si complica quando si considerano le conseguenze della diffusione di screenshot di chat private. Ad esempio, è possibile condividere questi contenuti all’interno di gruppi WhatsApp, purché la persona coinvolta sia presente nel gruppo. In questo caso, l’interessato ha la possibilità di difendersi e di esprimere la propria opinione. Tuttavia, è considerato illegale condividere screenshot contenenti informazioni personali, dati sensibili o messaggi diffamatori senza il consenso dell’interessato.

Perché la diffusione di uno screenshot costituisca un reato, è necessario che questo raggiunga un numero significativo di persone, ad esempio attraverso la pubblicazione sui social media o a mezzo stampa. Se lo scopo è quello di danneggiare la reputazione della persona coinvolta, subentra l’aggravante prevista dal reato di diffamazione. Viceversa, conservare uno screenshot sul proprio telefono non costituisce reato, poiché non esiste alcuna legge che proibisca di conservare le chat di un’altra persona, a patto che non vengano diffuse senza autorizzazione.

Come difendersi e tutelare i propri dati?

Negli ultimi anni, WhatsApp ha rafforzato i livelli di sicurezza e privacy, implementando nuove funzionalità per proteggere gli utenti dalle violazioni sulla privacy. Una delle funzionalità più utili è la possibilità di inviare foto che possono essere visualizzate una sola volta: una volta aperta la foto, essa scompare e non può essere salvata né catturata tramite screenshot.

Un’altra funzione utile è l’eliminazione dei messaggi per tutti: se si teme che una persona possa fare uno screenshot dei messaggi, è possibile cancellarli prima che vengano salvati o inoltrati. Tuttavia, la misura più efficace per proteggersi resta sempre quella di evitare di condividere informazioni personali o sensibili. La tecnologia offre strumenti per comunicare rapidamente e con facilità, ma comporta anche la responsabilità di proteggere le informazioni altrui e di rispettare la loro riservatezza.

Prima di inviare uno screenshot o un messaggio vocale a terzi, è importante valutare le possibili conseguenze legali e personali. Anche se esistono queste tecnologie di protezione, è fondamentale ricordare che una volta che un’informazione viene diffusa, il controllo su di essa può facilmente sfuggire di mano.

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