I sindacati hanno inviato una lettera al Governo per esporre la grave situazione riguardo il mancato rinnovo del CCNL della vigilanza privata
Nulla si muove in merito al CCNL della vigilanza privata. Una situazione di stallo che perdura da ormai cinque anni e che le parti datoriali hanno ulteriormente rimandato dopo l’ultimo incontro. La motivazione risiede nello stato emergenziale che sta vivendo il Paese. Sulla base di tutto questo non sussistono le premesse per un aumento degli stipendi dei lavoratori. La discussione quindi è rimandata a conclusione della pandemia. Una situazione esasperata ed esasperante che coinvolge circa 100 mila lavoratori, donne e uomini, del comparto della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza.
Così, nei giorni scorsi, i segretari generali di Cigl, Cisl e Uil hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e alla ministra dell’Interno, Lamorgese, richiamando l’attenzione sulla questione. I sindacati hanno voluto ricordare alle Istituzioni l’impegno profuso dai lavoratori del comparto per garantire la sicurezza di beni e cittadini. Un impegno che nel corso degli anni ha assunto un valore strategico per la sicurezza pubblica del Paese. Tutt’al più, che durante la pandemia la vigilanza privata e i servizi fiduciari hanno svolto un ruolo di fondamentale importanza per garantire l’incolumità delle persone e limitare i contagi. Attività quali il distanziamento sociale, il controllo degli accessi, il flusso e deflusso delle persone in locali pubblici e privati. Tuttavia, lo stipendio lordo di questi lavoratori si attesta mediamente tra i 950 e i 1.350 euro al mese.
Nella missiva i sindacati hanno denunciato l’atteggiamento recidivo delle parti datoriali, “arroccate in modo anacronistico e fallimentare nella conservazione dello status quo”. A loro, la colpa di aver osteggiato sistematicamente il rinnovo del CCNL fin dall’inizio del negoziato, nel giugno del 2016. Da allora, i lavoratori del comparto vivono in una situazione di precarietà dovuta a bassi salari, orari di lavoro estenuanti e turni di riposo ridotti all’osso. I sindacati chiedono al Governo un incontro, ai fini di pianificare un intervento atto risolvere questa grave situazione che si sta protraendo di anno in anno.
Di seguito la lettera dei sindacati: Lettera-CGIL-CISL-UIL-01.12.2020