OpenAI dovrà pagare 15 milioni di euro e realizzare una campagna informativa di sei mesi in seguito all’istruttoria che ha accertato la violazione del trattamento dei dati in relazione a ChatGPT.
Il Garante della privacy ha sanzionato OpenAI per 15 milioni di euro. Il provvedimento arriva all’indomani di un’istruttoria durata un anno e mezzo e in seguito al parere del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) sul trattamento dei dati personali in relazione alla progettazione, allo sviluppo e alla distribuzione di servizi basati sull’intelligenza artificiale di ChatGPT.
L’istruttoria del Garante
In base all’istruttoria condotta su OpenAI, è emerso che gli utenti sono stati tratti in inganno. Non erano a conoscenza dell’uso e del trattamento dei loro dati e non avevano rilasciato il proprio consenso. Tra le violazioni accertate dal Garante italiano è mancata infatti un’adeguata informativa sul trattamento dei dati, utilizzati per addestrare l’algoritmo dell’intelligenza artificiale.
In base alla normativa europea si tratta di una condizione essenziale e non una semplice formalità. Senza informativa gli utenti non sono in grado di esercitare i propri diritti e le proprie libertà consapevolmente, né comprendere con quali modalità, con quali finalità e chi sono i soggetti che utilizzano i loro dati.
Il Garante obbliga OpenAI a realizzare una campagna informativa
La società americana, colpevole di aver trattato i dati personali degli utenti senza un’adeguata base giuridica, è stata condannata per aver violato i principi di trasparenza e gli obblighi informativi nei confronti dei suoi utenti.
Oltre a non aver comunicato la violazione, OpenAI non ha predisposto un sistema adeguato per verificare l’età degli utenti per tutelare e proteggere i minori di 13 anni da possibili conseguenze negative.
L’Autorità ha quindi previsto l’obbligo di una campagna informativa della durata di sei mesi al fine di rendere più consapevoli gli utenti sull’uso di ChatGPT in relazione alla raccolta delle informazioni. Tale campagna, disposta per la prima volta ai sensi dell’art. 166, comma 7, del codice privacy, dovrà essere realizzata su radio, televisione, giornali e internet in accordo con l’Autorità, insieme a cui dovranno essere concordati i contenuti da diffondere. Sarà fondamentale divulgare il funzionamento di ChatGPT, la raccolta dei dati per addestrare l’algoritmo dell’AI, nonché informare gli interessati sui loro diritti di opposizione, rettifica e cancellazione.
Il trasferimento di OpenAI in Irlanda
Il 31 marzo 2023, il Garante italiano ha imposto un blocco temporaneo al trattamento dei dati personali degli utenti italiani da parte di ChatGPT, richiedendo a OpenAI di conformarsi alle normative europee sulla privacy. Dopo un confronto serrato tra le parti, l’istruttoria si è conclusa a novembre 2024 con l’imposizione della sanzione e delle misure correttive.
Mentre si svolgeva l’istruttoria, OpenAI ha deciso di stabilire la propria sede europea in Irlanda, trasferendo così la competenza per eventuali ulteriori violazioni all’Autorità per la protezione dei dati irlandese, in conformità con il principio del “one-stop-shop” previsto dal GDPR. L’autorità di controllo irlandese, in questo modo, diventa “autorità di controllo capofila ai sensi dell’art. 56, par. 1, del Regolamento a far data dal 15 febbraio 2024”.
OpenAI, nel corso del tempo, ha mostrato una crescente apertura al dialogo e una maggiore sensibilità verso le questioni legate alla protezione dei dati personali.
La società ha dichiarato infatti di voler continuare a collaborare con le autorità preposte alla tutela della privacy per offrire tecnologie sempre più avanzate, rispettando i diritti degli utenti.