Nei mesi estivi molte regioni del Sud Italia sono state funestate da numerosi incendi. Molti dei quali di natura dolosa, avvenuti per mano di malintenzionati e gruppi criminali. Le autorità hanno iniziato a utilizzare i droni per incastrare i piromani, come ad esempio in Calabria
Incedi in Italia: un bilancio devastante, Sicilia e Calabria in testa
Come abbiamo potuto constatare dalle cronache nazionali e locali, nel corso dei mesi estivi numerosi incendi hanno devastato interi territori, soprattutto nel Sud Italia. Un bilancio pesante, che racconta di oltre 50 mila ettari di terreno andato in fiamme in Sicilia, Calabria, Puglia e Abruzzo. In particolare, in Sicilia, da inizio anno al 27 luglio 2023 nella sola provincia di Palermo sono bruciati quasi 18 mila ettari di vegetazione, pari al 35% del totale dell’intera nazione.
Se da un lato, il peggioramento delle condizioni climatiche sta esponendo i territori a maggiori temperature e fenomeni siccitosi, che alimentano il rischio di focolai, dall’altro ogni estate nel nostro Paese scoppiano roghi, nella maggior parte dei casi di origine dolosa. Si tratta di piromani, che appiccano il fuoco nelle campagne e nei boschi, in alcuni casi dietro l’ordine di organizzazioni mafiose e gruppi malavitosi.
Su questa questione si è espressa anche Legambiente, che ha ammonito il Governo a intervenire “per fermare la piaga dei roghi su cui si muove anche la mano degli ecomafiosi”. Secondo l’ultimo rapporto Ecomafia, nel 2022 in Italia sono stati accertati 5.207 reati per incendi dolosi, colposi e generici, con Calabria e Sicilia in testa.
Negli ultimi anni, le autorità hanno fatto ricorso a nuovi mezzi per contrastare questo fenomeno, fra cui i droni. Questi strumenti hanno permesso alle autorità di individuare decine di piromani che agivano in maniera indisturbata, assicurandoli alla giustizia.
Droni anti-piromani: l’esempio virtuoso della Calabria
Utilizzati per la prima volta dalla Regione Lazio nel 2017, i droni anti-piromani consentono di monitorare la situazione nelle aree maggiormente interessate dal fenomeno incendi e, al tempo stesso, di accertarsi che a scatenare i roghi non siano malintenzionati e criminali.
Un esempio virtuoso circa l’utilizzo dei droni riguarda il progetto “Tolleranza zero”, adottato dalla Regione Calabria nel corso dell’estate. “Finora la campagna di monitoraggio del territorio attraverso telecamere-drone” ha spiegato il governatore della regione, Roberto Occhiuto “ha incastrato 67 piromani, inflitto sanzioni pecuniarie fino a 10 mila euro e, nei casi più gravi, l’arresto”.
Nei video diffusi sui social dallo stesso Occhiuto si notano le modalità in cui i piromani appiccano il fuoco. Tra tutti colpisce in particolare quello in cui il protagonista del reato è un ragazzino di 10 anni, in compagnia del nonno.
“Quello dell’utilizzo dei droni è uno dei punti che stiamo seguendo con grande interesse. Una sperimentazione che mi sembra, al momento, stia dando dei frutti importanti” ha sottolineato anche Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento Nazionale della Protezione civile.
In futuro, i droni potrebbero evolversi da semplici strumenti di sorveglianza, a strumenti atti a estinguere direttamente gli incendi sganciando sabbia o acqua sulle fiamme proprio come fanno i canadair e gli elicotteri. Una sperimentazione di “droni pompieri” è già stata avviata in Portogallo.