Pubblicata nei giorni scorsi la norma UNI 11783/2020 che indica tutte le conoscenze, le competenze e le abilità richieste per poter qualificare un Criminologo.
Ci sono voluti quattro anni per trovare il “minimo comune denominatore” per una professione non regolamentata ma poliedrica e piuttosto diffusa. Abbiamo Criminologi esperti della scena del crimine, Criminologi esperti di mafia e terrorismo, Criminologi accademici, Criminologi laureati in scienze criminologiche o titoli analoghi, Criminologi televisivi, Criminologi psicologi o psichiatri, avvocati esperti in criminologia. Negli anni, la professione dei pronipoti di Cesare Lombroso ha visto cento e più declinazioni professionali, anche diverse, ma tutte accomunate dall’interesse per il crimine e per i mezzi atti a comprenderlo e reprimerlo. Ora su iniziativa dell’AICIS (Associazione Italiana Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza) è stata pubblicata la norma UNI 11783, paradigma di riferimento per l’esercizio della professione.
A coordinare il tavolo di preparazione della norma Ugo Terracciano, per 20 anni professore a contratto presso l’Università di Bologna (corso di laurea in Criminologia) e oggi responsabile del laboratorio sulle indagini sul terrorismo internazionale presso l’Università di Chieti-Pescara.
Chiediamo a lui di semplificare il contenuto di questa nuova norma e incominciamo col chiedergli:
Secondo il modello tracciato dalla Norma UNI 11783/2020 chi è il criminologo e quale attività svolge principalmente?
E’ sufficiente consultare le piattaforme professionali più diffuse, o semplicemente digitare la parola “criminologo” su google, per rendersi conto di come il termine “criminologo” accomuni un’offerta professionale piuttosto variegata. Data questa poliedricità – che può rappresentare una risorsa, a patto che ci si muova su un terreno unico di condivisione – abbiamo preferito, nel proporre la norma, fare riferimento all’accezione accolta nell’enciclopedia italiana.
Secondo il dizionario enciclopedico: «Il criminologo professionista studia il delitto nella sua realtà oggettiva e nelle sue cause. Il suo campo d’azione ha come oggetto lo studio del fenomeno criminale e dei mezzi atti a reprimerlo». Nel rimarcare la locuzione “studio” la norma qualifica, come del resto vuole la legge 4/2013 (sulle professioni non regolamentate), la professione come “professione intellettuale”, il che esclude a priori la di figure professionali di tutto rispetto ma che operano solo a livello tecnico (es. tecnici di dattiloscopia; fotografi giudiziari; ecc.).
Se volessimo definire in estrema sintesi l’essenza della professione potremmo dire che il Criminologo mette a disposizione il proprio intelletto, le proprie competenze e abilità al servizio della giustizia e della sicurezza sia ai fini pubblici sia per la tutela dei diritti dei privati. E’ compito del Criminologo studiare le nuove tecniche di investigazione, i nuovi crimini, come quelli digitali, le metodologie per la lettura del crimine, ma anche le strategie di prevenzione. Un supporto oramai indispensabile nella complessità del nostro contesto sociale, nazionale e internazionale. Non è solo saper leggere una scena del crimine per favorire la raccolta delle fonti di prova, ma è anche saper redigere un piano di sicurezza urbana per conto di una amministrazione pubblica.
Data la diffusione della professione, per quale motivo a suo avviso era necessario normare l’attività professionale del criminologo?
La norma non è obbligatoria, nel senso che le professioni che non sono regolamentate per legge, ai sensi dell’art. 2229 del codice civile, sono per loro natura libere.
Però, come garantire eventuali clienti, compresa la pubblica amministrazione o gli uffici giudiziari, circa l’effettiva qualità del professionista? E’ proprio per offrire garanzie di questo genere che esistono i percorsi di qualificazione e certificazione. In buona sostanza un conto è autodefinirsi “criminologo” – magari a buon motivo avendo per esempio conseguito una laurea di area criminologica – altra faccenda è svolgere un percorso di formazione ed un apposito esame davanti ad un organismo di certificazione affiliato ad Accredia (Ente Italiano di Accreditamento). Solo che, rispetto a quale paradigma professionale si potrebbe certificare in assenza di una norma di riferimento? Ecco perché abbiamo promosso la norma UNI 11783/2020.
E’ bene ricordare che l’art. 6, comma 2, legge n. 4/2013 (quella sulle professioni non regolamentate) dispone che: “La qualificazione della prestazione professionale si basa sulla conformità della medesima a norme tecniche UNI ISO, UNI EN ISO, UNI EN e UNI, di seguito denominate «normativa tecnica UNI»”. E il comma terzo del ciato art. 6 stabilisce: “I requisiti, le competenze, le modalità di esercizio dell’attività e le modalità di comunicazione verso l’utente individuate dalla normativa tecnica UNI costituiscono principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato della singola attività professionale e ne assicurano la qualificazione”.
In sostanza, la norma vincola anche chi non si certifica.
Quali sono le principali caratteristiche della norma UNI 11783:2020?
Come ho detto, la UNI 11783 rappresenta una sorta di il “minimo comune denominatore” per tutti i professionisti che nella loro attività intendano rispecchiarsi nei parametri della norma stessa (magari attraverso la certificazione). Questo vale tanto per chi intenda qualificarsi come criminologo tout court, quanto per chi, nell’ambito di altri percorsi professionali (lo Psichiatra, lo Psicologo, il Grafologo, il biologo forense, l’Avvocato, il Manager della Sicurezza, l’Investigatore privato, ecc.) intenda qualificarsi o certificarsi secondo i paradigmi e percorsi definiti dalla Norma.
Sintetizzando, la norma 11708 indica tutte le conoscenze, le competenze e le abilità richieste per poter qualificare un Criminologo. Come abbiamo detto si tratta di una professione intellettuale, pertanto chi la intraprende deve misurarsi con una base di conoscenze indispensabili.
La Norma prevede un livello iniziale (criminologo) e due livelli avanzati (criminologo expert e senior).
Nell’ambito degli ultimi due livelli citati sono previste due diverse specializzazioni: in “criminologia generale” (coloro che studiano il delitto nella sua realtà oggettiva e nelle sue cause anche a scopo di prevenzione) e in “criminalistica” (il cui campo d’azione ha come oggetto lo studio del fenomeno criminale e dei mezzi atti a reprimerlo). In questo modo trovano accoglienza nel paradigma normativo tutte le professionalità che, a livello di studio e a livello applicativo si occupano dei fenomeni criminosi, della devianza, della prevenzione, della metodologia dell’indagine giudiziaria o dell’intelligence.
Ugo Terracciano ha coordinato il gruppo di lavoro per la stesura della Norma UNI 11783/2020 sulla Professione del Criminologo in qualità di Presidente dell’Associazione Italiana Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza (AICIS). Attualmente presiede anche la Fondazione ASAPS per la sicurezza stradale e urbana. Ha svolto diversi incarichi di livello dirigenziale nella Polizia di Stato. Ha insegnato criminologia dal 1998 al 2018 presso l’Università di Bologna e ora è docente presso l’Università di Chieti-Pescara dove è responsabile del laboratorio sulle indagini in materia di terrorismo internazionale. Ha svolto docenze in diversi master post-laurea presso le Università di Bologna, Napoli, Roma Link Campus, Siena, Lugano. Relatore in numerosissimi convegni e corsi di formazione ha al suo attivo 48 libri e 3 e-book pubblicati con le maggiori case editrici italiane (Utet, Giappichelli, Giuffrè, Zanichelli, Maggioli, La Tribuna) oltre che numerosi articoli su riviste specializzate. Ha diretto la “Rivista giuridica di polizia” per Maggioli, casa editrice per la quale ha curato i codici penale e procedura penale e il Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza, commentati e annotati.