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Cronaca e società: e se fossimo fatti della stessa materia dei nostri scandali?

Quali scandali hanno segnato la cronaca italiana negli ultimi anni e come hanno cambiato l’attualità, anche dal punto di vista giuridico? Il podcast “Scandali” punta i riflettori su casi che hanno segnato un prima e un dopo.

Da Tiziana Cantone a Piero Marrazzo: gli scandali che hanno cambiato l’Italia

“Ci sono storie che hanno scosso l’opinione pubblica; crimini e segreti che hanno segnato un prima e un dopo nella storia d’Italia. Il podcast ‘Scandali’ racconta i casi più scioccanti della cronaca del nostro Paese, episodi che svelano il lato più oscuro della nostra società. Perché – in fondo – siamo fatti della stessa materia dei nostri scandali”.

A novembre 2024 ha esordito sulle principali piattaforme di podcast un progetto dove non solo si raccontano alcuni dei casi più discussi della cronaca italiana, ma che hanno lasciato un segno indelebile sul presente.

Qualche esempio? La tragica storia di Tiziana Cantone, morta a seguito di una gogna mediatica senza pari per dei video intimi diventati virali, a tutti gli effetti un caso di cyberbullismo e revenge porn che ha messo in luce come i social e il voyeurismo possano diventare una trappola mortale; lo scandalo che ha travolto l’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo, dove sesso, politica, droga, corruzione e ricatti si sono intrecciati fra loro fino a compromettere per sempre un’avviata carriera politica; i killer dei sassi dai cavalcavia, una pagina drammatica e indimenticabile per la follia di chi per non annoiarsi è disposto a uccidere; la morte di Gabriele Sandri per mano di un agente della Polizia a seguito di alcuni tafferugli tra tifoserie di Lazio e Juventus che fece venire a galla improvvisazione e abuso di potere da parte delle forze dell’ordine; la scelta di morire di Piergiorgio Welby, immobilizzato per via della distrofia muscolare e tenuto in vita solo grazie a dei macchinari, che scosse l’opinione pubblica e che contribuì ad accendere il dibattito sull’eutanasia e il suicidio assistito; le ripetute e sistematiche violenze su minori sordomuti perpetrati all’interno dell’Istituto Provolo, una terrificante realtà che la Chiesa Cattolica ha deciso di non vedere.

Che peso hanno avuto sulle nostre vite queste storie e quali riflessioni hanno aperto? Ne abbiamo parlato con il team di BOATS Sound (Matteo Liuzzi, Niccolò Martin e Fabio Ragazzo), che firma la serie e che non si limitata a raccontare gli scandali, ma li commenta, ponendosi domande, sollevando dubbi e cercando delle risposte.

Il team di BOATS Sound

Come nasce l’idea di “Scandali” e che rapporto avete con la cronaca italiana?

L’idea di Scandali nasce dalla voglia di raccontare le trasformazioni del nostro Paese attraverso i fatti di cronaca che hanno fatto da spartiacque nella storia italiana.

Perché, in un certo senso, la funzione della cronaca è proprio questa: non solo raccontare ciò che accade, ma accendere la luce su quegli episodi rappresentativi della realtà, in maniera tale da farci vedere il mondo in cui viviamo anche sotto un altro punto di vista.

I casi raccontati sono molto diversi fra loro. Apparentemente non ci sono collegamenti, per esempio, fra la morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri e la storia di Piergiorgio Welby. Come sono stati selezionati gli scandali da trattare?

Le storie sono molto diverse, però hanno tutte un denominatore comune: sono episodi che non solo hanno colpito l’immaginario comune, ma sono stati in grado di cambiare il nostro comportamento.

Penso ai sassi dal cavalcavia: sono passati quasi 30 anni, eppure ancora in molti sollevano gli occhi quando passano sotto un ponte in autostrada. O Tiziana Cantone: dopo di lei, abbiamo imparato un nuovo modo di considerare la sfera privata.

La premessa del podcast è di parlare di casi che hanno segnato un prima e un dopo. Passando in rassegna tutte le storie finora analizzate, come lo hanno fatto?

Sono episodi che hanno cambiato la nostra quotidianità, hanno introdotto degli elementi di novità anche a livello legislativo. Prima di Tiziana Cantone, non si è mai parlato né di cuckgholding, ad esempio, né di revenge porn. Prima di Welby, nessuno si era mai posto la questione dell’impossibilità di esercitare il diritto di voto da parte delle persone allettate.

Sono insomma “storie-spartiacque” che hanno consentito di fare un passo, se non in avanti, in più. A livello legislativo, di diritti civili o di consapevolezza e denuncia.

In “Dentro Scandali” vi ritrovate a commentare i casi analizzati davanti a un microfono, un po’ come potrebbe fare un gruppo di amici attorno a un tavolo. Qual è l’obiettivo di questo che potremmo definire un “format nel format”?

Il racconto di una storia ha dei limiti, legati al mezzo, alla durata, al format. Dentro Scandali è uno spazio sicuro in cui poter riflettere su ciò che non si è potuto raccontare. Un’arena in cui noi di Boats Sound ci confrontiamo ed esprimiamo le nostre opinioni, cercando di concentrarci su quelle parti che non è stato possibile approfondire nello script.

Una delle frasi più potenti che introduce e chiude ogni episodio è “In fondo, siamo fatti della stessa materia dei nostri scandali”. Raccontare gli scandali del nostro Paese è un modo per conoscere meglio vizi e virtù della società attuale?

Certamente, ma non solo. Gli Scandali sono tali perché vanno a stuzzicare, con sale e limone, una ferita aperta. Ci mostrano un limite collettivo, la cui consapevolezza ci spaventa.

Nel nostro podcast ci parla di giudizi, di moralità, di alcune nostre lacune che conosciamo ma che abbiamo deciso di nascondere, per primi a noi stessi.

Gli scandali ci sbattono in faccia tutto questo e ci costringono a farci i conti.

Come vi preparate per presentare una storia e come viene realizzato un episodio?

Ogni storia nasce da una fase di confronto. Ciascuno di noi ha degli episodi di cronaca scandalosi che lo hanno colpito più di altri. Così li elenchiamo, ne discutiamo e cerchiamo di capire per quali motivi ci sono rimasti impressi.

A quel punto, individuati gli Scandali, scatta la ricerca: quotidiani, servizi giornalistici, spezzoni di programmi televisivi: tutto fa archivio. Dopo di che si inizia a scrivere. Di solito si fanno almeno un paio di passaggi, prima di arrivare alla versione definitiva dello script.

Poi si registra e si monta. Fiduciosi del fatto che, se anche alle voci che abbiamo scelto (Valentina Cherchi e Paolo Cresta per la prima stagione) la storia piace, allora è davvero uno Scandalo.

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