Il disegno di legge sul perimetro nazionale di sicurezza cibernetica ha ottenuto il via libera dalla Camera. Ora, manca l’approvazione del Senato
Semaforo verde per il ddl sul perimetro nazionale di sicurezza cibernetica. La proposta di legge sulla cyber security ha ottenuto il lascia passare dalla Camera dei Deputati con 269 voti favorevoli, 3 contrari e 137 astenuti. Nel corso del dibattito parlamentare sono state recuperate le norme del ddl sulla golden power, estese al 5G e alla Borsa, e con poteri più ampi per l’esecutivo.
Il disegno di legge, al fine di scongiurare l’eventualità di attacchi informatici su larga scala, prevede che le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici e privati fornitori di servizi strategici debbano rientrare nel cosiddetto “perimetro nazionale di sicurezza cibernetica”. I soggetti in questione saranno identificati da un decreto del Presidente del Consiglio. Coloro che rientreranno in questo “perimetro” avranno specifici obblighi di sicurezza informatica.
Inoltre, il ddl prevede due istituzioni centrali nel sistema di prevenzione e verifica contro gli attacchi informatici: il Dis (Dipartimento Informazioni e Sicurezza) chiamato a svolgere attività di coordinamento e controllo delle procedure; e il Cvcn (Centro di Valutazione e Certificazione nazionale) costituito dal Ministero dello Sviluppo Economico, può imporre condizioni e test di hardware e software ai materiali da acquisire per gli enti rientranti nel perimetro.
Infine, il potere del Governo può essere esercitato contro “soggetti esterni all’Unione europee intenzionati all’acquisizione azionaria di società nazionali di infrastrutture critiche, gestione dati e finanziarie come Borsa spa”. Il potere di veto invece “si estende alle sole delibere all’adozione di atti o operazioni”.
La proposta di legge approderà ora in Senato per il consueto esame e la relativa votazione.