Il cybercrime è un problema sempre più serio. Qual è stato l’andamento dei principali reati informatici e delle attività predatorie online nel 2023?
Il cybercrime sta diventando uno dei principali rischi con cui la società contemporanea si trova a dover fronteggiare. L’evoluzione tecnologica e la digitalizzazione hanno fornito nuovi strumenti ai criminali digitali, ora in grado di condurre attività illecite su scala globale attraverso la rete.
Per questo motivo le forze dell’ordine e i consulenti tecnici sono chiamati a sviluppare strategie mirate per prevenire e contrastare i crimini informatici in modo sempre più efficace. A che punto siamo in Italia?
Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Valentina Monda, CEO & Sales Manager di VJ Digital, azienda che nel 2017 ha dato vita a un osservatorio forense specializzato nella fenomenologia del reato, in particolare quello di tipo digitale, a cui è seguito poi l’istituzione del corso di Alta Formazione in Criminologia e Scienze Forensi.
Dott.ssa Monda, quali sono le frodi informatiche più diffuse e di quali numeri stiamo parlano?
In assoluto, la frode più diffusa è quella del falso trading per dirla in gergo, ovverosia la truffa finanziaria connessa agli investimenti in borsa online. Le recenti attività di contrasto ai crimini finanziari hanno evidenziato un aumento persistente delle attività predatorie, soprattutto attraverso campagne di phishing, vishing e smishing, che prendono di mira individui, piccole e medie imprese e grandi società.
Queste truffe sfruttano e-mail apparentemente legittime di enti pubblici o istituti di credito per ottenere dati personali e sensibili, utili per commettere reati patrimoniali. Parallelamente, le frodi basate su tecniche di social engineering, come la BEC fraud, sono in costante crescita, facilitate dall’aumento delle comunicazioni commerciali online.
Le indagini recenti hanno mostrato un incremento della sofisticazione dei criminali coinvolti nel financial cybercrime, attirando l’interesse di organizzazioni criminali tradizionalmente impegnate in altri tipi di reati.
Alla luce di questi numeri, che tipo di attività svolge l’istituto che coordina?
Il nostro Istituto in scienze criminologiche e forensi, conosciuto come “CFS”, ha da sempre voluto formare criminologi che avessero preparazione anche circa tutta la fenomenologia del reato online.
Abbiamo un corso base che dedica una parte del programma al reato online, ma il nostro fiore all’occhiello è certamente il nostro corso di informatica forense, dove in collaborazione con i nostri docenti, operatori autorizzati della Polizia Postale, riusciamo a formare su tutta la parte sia di prevenzione, che di acquisizione della prova informatica.
Ritiene che le attuali tecniche investigative e di monitoraggio debbano evolversi per stare al passo con i tempi?
Sicuramente questo è un campo dove l’evoluzione è sempre più rapida e dove senza dubbio è importante stare al passo. Dal mio modesto punto di vista, ritengo che sicuramente ci sono ancora delle lacune attualmente e ci sono sistemi complessi da penetrare, perché da un lato ci imbattiamo nelle questioni di privacy, dall’altro lato con il limite delle perdite di dati e della traccia informatica, il che lascia ancora alcuni campi esplorativi lacunosi, sul rinvenimento di una prova.
Come è nata l’idea di istituire un corso di Alta Formazione in Criminologia e Scienze Forensi e come si articola il percorso di studi?
Il corso è nato dall’idea di una nostra cara docente, la dott.ssa Sonia Sorgente, che aveva pensato di creare questo corso per formare neo criminologi, stante l’elevata richiesta del settore. Nel 2017 siamo partiti con questo corso, dando impulso all’idea della collega.
Nel corso degli anni la VJ Digital, proprietà del brand, ha dato vita poi ad altri corsi, che sono approfondimenti professionali importanti per chi vuole intraprendere la carriera forense, dalle tecniche grafologiche a quelle dell’informatica forense, il CFS offre un’importante gamma di corsi altamente specializzati e formativi volti ad incrementare le più moderne conoscenze di settore.
È, dunque, prevista una formazione specifica sui crimini informatici. Corretto?
Si abbiamo un corso molto avanzato di informatica forense, condotto dal dr. Merola, consulente e CTU della procura, e da alcuni operatori autorizzati della Polizia Postale che offre una formazione altamente qualificata, in cui trattiamo sia la catena di custodia che l’acquisizione della prova, nonché lavoriamo sull’uso dei software certificati che sono d’ausilio sia in ambito investigativo che consulenziale e peritale.
(Contenuto realizzato in collaborazione con VJDigital)