IL MAGAZINE DEDICATO ALLE
INVESTIGAZIONI & SCIENZE FORENSI

di:  

aborto

Diritto all’aborto: in Francia entra nella Costituzione

La Francia diventa il primo Paese al mondo a introdurre il diritto di aborto nella sua Carta Costituzionale. Riuniti a Versailles, senatori e deputati votano per dare il via libera al disegno di legge.

Il diritto di aborto entra a far parte della Costituzione francese, diventando il primo Paese al mondo a inserirlo nella carta fondamentale. Il Parlamento, riunito a Versailles, ha approvato il disegno di legge dopo aver ottenuto in una sessione congiunta 780 voti favorevoli e 72 contrari. Il diritto a interrompere volontariamente la gravidanza a determinate condizioni viene inserito nell’art. 34 della Costituzione e garantisce la libertà a scegliere in modo libero. Con la sua inclusione in Costituzione, il diritto all’aborto potrà essere abrogato solo tramite una riforma costituzionale. Non basterà più una modifica mediante legge ordinaria, ma un iter più lungo e complesso.

Nonostante le opposizioni dei più conservatori, la maggioranza ha votato per tutelare le donne. Contro la decisione si è espressa la Conferenza episcopale di Francia, secondo la quale sarebbe opportuno proteggere la libertà di coscienza di medici e personale sanitario contrari all’aborto. L’interruzione di gravidanza, per loro, è un attentato che non può essere visto esclusivamente dal punto di vista dei diritti delle donne. Anche il Vaticano ha reagito alla notizia con una nota della Pontificia Accademia per la Vita, che riporta “Non deve esistere un diritto a sopprimere la vita”.

Francia: un esempio per altri Paesi?

La Francia ha riconosciuto l’aborto nel 1975. Con la legge Veil, lo Stato ha concesso la possibilità di abortire fino alla fine della quattordicesima settimana o per motivi di salute durante tutta la gravidanza.

Per il Presidente Emmanuel Macron si tratta di una vittoria importante dopo le promesse fatte ai suoi cittadini un anno prima. Aurore Bergé, ministra francese per l’uguaglianza di genere, spera che la Francia possa essere di ispirazione anche per altri Paesi dell’Unione europea.

L’aborto in Europa

Ad oggi i Paesi hanno regole molto diverse tra loro a proposito di tale diritto. In Polonia e a Malta, ad esempio, l’interruzione di gravidanza è vietata quasi del tutto, ad eccezione dei casi in cui:

  • sia il risultato di un’aggressione sessuale;
  • derivi da un incesto;
  • possa minacciare la vita o la salute della madre.

In Polonia questa situazione crea numerosi problemi. Le donne, infatti, per riuscire ad abortire ricorrono spesso a pillole non autorizzate o si recano all’estero.

Lo scorso anno Malta ha deciso di modificare il divieto totale aprendosi alla possibilità di legalizzare l’interruzione, ma solo a condizione che la vita della donna sia in grave pericolo di vita.

L’Ungheria al contrario ha inasprito le regole: nel 2022 ha introdotto per le donne l’obbligo di ascoltare il battito cardiaco del feto prima di procedere all’interruzione di gravidanza. I medici, da parte loro, devono confermare attraverso una relazione che ciò sia stato fatto. 

Diversa è invece la situazione in Spagna, dove lo scorso anno il Governo di Pedro Sanchez ha approvato la possibilità per le minorenni dai 16 anni in su di abortire senza il consenso dei genitori, garantendo tale diritto in tutti gli ospedali pubblici. Oltre a ciò, un registro dovrà riportare gli obiettori di coscienza, e contestualmente scompare l’obbligo di riflessione di tre giorni da quando la donna chiede l’interruzione volontaria di gravidanza.

La situazione in Italia

In Italia il diritto all’aborto è disciplinato dalla Legge 194, ma spesso viene ostacolato a causa dell’alto numero di medici obiettori. Secondo le stime, infatti, sarebbero almeno 31 le strutture aventi il 100% di medici ginecologi, anestesisti, infermieri o OSS obiettori. Se ne contano poco meno di 50 in cui la percentuale sarebbe superiore al 90%, e più di 80 con un tasso di obiezione superiore all’80%.

Diverse organizzazioni stanno chiedendo di introdurre una legge che faciliti l’interruzione di gravidanza, permettendo alle donne di scegliere liberamente. Le richieste riguardano:

  • l’eliminazione della settimana di riflessione per ottenere il nulla osta a procedere;
  • impedire che le associazioni contrarie a questo diritto possano essere presenti nei consultori;
  • l’eliminazione dell’autorizzazione da parte dei genitori per chiunque abbia compiuto i sedici anni di età.

In tutto il mondo a causa di aborti clandestini muoiono oltre 39.000 donne. 7 milioni vengono ricoverate per complicazioni dovute a queste pratiche. E’ emerso tuttavia che gli aborti, laddove vietati, non diminuiscono. Al contrario, i casi che mettono in pericolo la salute delle donne aumentano. E’ bene fermare questo fenomeno per impedire che altre donne perdano la vita.

CONDIVI QUESTO ARTICOLO!

Iscriviti alla newsletter

    La tua email *

    Numero di cellulare

    Nome *

    Cognome *

    *

    *

    Inserisci sotto il seguente codice: captcha