Soltanto un’azienda italiana su quattro è dotata di un piano di Disaster Recovery, con un’incidenza maggiore per le medie imprese. Solo un terzo delle PMI ha intenzione di introdurre in futuro un sistema di rispristino dati. La situazione è ancor più scoraggiante per le piccole imprese. L’indagine di Bva Doxa – Aruba.
Il 73% delle PMI non ha un piano di ripristino dati
Per Disaster Recovery s’intende l’approccio adottato da un’organizzazione per ripristinare l’accesso e la funzionalità dell’infrastruttura IT in seguito ad eventi disastrosi naturali o causati dall’uomo. Questo processo è di fondamentale importanza per garantire la Business Continuity in azienda.
Bene, soltanto il 27% delle imprese italiane ha adottato un piano per il ripristino dati. È quanto emerso da una recente ricerca di Bva Doxa – Aruba. Leggermente più incoraggiante il dato relativo alle medie imprese (31%) e al settore della ristorazione e dell’hospitality (49%).
Nonostante 7 aziende su 10 abbiano subito una perdita di dati negli ultimi anni, il 68% delle PMI non è interessato a un piano di Disaster Recovery. La percentuale sale, in particolare, per le piccole imprese (80%), mentre cala in modo considerevole per le medie imprese (53%). L’indagine ha inoltre evidenziato che il 27% delle organizzazioni intervistate non dispone di una soluzione di backup, a fronte di un 57% dotate di un backup in cloud.
Backup e Disaster Recovery, soluzioni integrate per la tutela dei dati
“Backup e Disaster Recovery hanno due scopi profondamente diversi, ma al contempo complementari” ha spiegato Lorenzo Giuntini, Cto di Aruba. “Il primo mira a salvaguardare il dato in seguito a cancellazioni, errori umani o in generale perdita dei dati. Il secondo protegge il sistema nel suo complesso, compreso il sito di erogazione, garantendo una ripartenza in tempi certi ed in qualunque circostanza, anche a seguito di disastri ambientali o catastrofici, andando quindi oltre il concetto di dato ed includendo invece tutto quello che gli orbita intorno. Visti i pericoli, anche potenzialmente disastrosi, a cui si espone un’azienda priva di questi servizi, la strategia più corretta per la sua tutela è quella di implementare entrambe le soluzioni. Per farlo non esiste un’unica via: la scelta delle soluzioni e delle modalità più adatte passa attraverso un’attenta analisi dei rischi, la classificazione dei dati e la definizione del perimetro di protezione. Solo in questo modo è possibile costruire l’infrastruttura più adeguata a garantire e ad assicurare la continuità operativa aziendale in ogni condizione.”