ANTONELLA PAVESIO
Investigatore Privato
Laureata in Giurisprudenza presso la Facoltà di Torino attualmente è titolare di un Istituto di Investigazioni Private con sede a Torino.
Laurea in Giurisprudenza presso Facoltà di Torino anno 1994
Pratica Legale per la durata di due anni presso Studio Legale di Torino
Collaboratrice presso Agenzia Investigativa di Torino
Titolare di Licenza Prefettizia ex. Art. 134 e seguenti T.u.l.p.s dal 2005
Socio Federpol dal 2008
Presidente Interregionale Piemonte e Valle D’Aosta Federpol dal dicembre 2013
Otto marzo, in tutto il mondo è la festa della donna e in questo giorno anche StopSecret Magazine vuole rendere omaggio al gentil sesso intervistando una donna speciale che svolge un lavoro prevalentemente maschile: l’Investigatore Privato Antonella Pavesio.
Donna e investigatore privato. Perché ha scelto questa professione?
Dopo essermi laureata in giurisprudenza, presso la Facoltà di Torino, ho intrapreso il praticantato forense presso un noto studio legale civilistico e in quel periodo ho avuto l’opportunità di conoscere l’operato delle Agenzie Investigative e ne sono rimasta molto affascinata, soprattutto per il loro ruolo di “utilità sociale”.
Nello svolgere la professione ha dovuto affrontare delle difficoltà in quanto donna?
Difficoltà in questa professione ne ho dovute affrontare, ma non credo che siano derivate dal fatto che fossi una donna, anzi, penso che sia stato un elemento positivo nell’ambito della mia professione.
Per determinati incarichi investigativi il gentil sesso potrebbe essere più adatto?
Sicuramente l’intuito e il sesto senso sono doti prettamente femminili che aiutano in tutti i campi investigativi, che devono però essere affiancate da continui studi e corsi di aggiornamento professionale.
In molte situazioni essere donna aiuta a passare maggiormente inosservate e a suscitare meno diffidenza nel prossimo, questo indifferentemente che si tratti di indagini personali o in ambito aziendale.
In molte situazioni essere donna si è rilevata una “marcia in più”
Per lo più gli investigatori privati sono uomini, come vedono una donna in questa professione?
Effettivamente il mondo degli investigatori è prettamente maschile, ma non ho mai riscontrato atteggiamenti di diffidenza solo perché sono donna.
L’unico vero problema, ormai superato dagli anni di esperienza, è stato il coordinare squadre esterne di uomini che alle volte per diffidenza non riconoscono nella donna la figura del “capo”
Tra i vari servizi investigativi, qual'e' quello che la affascina di più e perché?
Le investigazioni di “infedeltà coniugale” sono quelle che mi affascinano di più da sempre, questo perché è sempre stata l’attività delle Agenzie Investigative maggiormente “ridicolizzata”, fin tanto che non la si vive in prima persona. Quando un soggetto, uomo o donna che sia, la vive in prima persona cambia la prospettiva, trasformandosi in una vera e propria tragedia ed è lì che diventa importante e fondamentale l’aiuto che può dare l’agenzia investigativa, non solo con le risultanze delle indagini ma anche con il supporto dato dalla propria esperienza.
Ci racconta una situazione curiosa o divertente in cui si è trovata durante lo svolgimento di un'attività investigativa?
Di situazioni divertenti negli anni ne sono successe svariate. Per rimanere sempre nell’ambito delle indagini matrimoniali, vi racconto un episodio recente: pedinando una moglie fedifraga all’interno di un area camper i miei collaboratori non avevano calcolato la passionalità degli amanti, che a loro volta non avevano calcolato l’orario di chiusura dell’area. E cosi moglie, amante e investigatori non si accorgono della chiusura dei cancelli e si ritrovano bloccati all’interno. Per fortuna la professionalità dei miei collaboratori ha permesso non solo di non farsi scoprire, ma anzi di portare a termine l’investigazione con ottimi risultati.
di Cosimo Cordaro
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