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Donne avvocato: oltre la metà ha subito discriminazioni sul lavoro

Un sondaggio dell’Osservatorio sulle pari opportunità nelle professioni forensi ha evidenziato che il 58% delle donne avvocato ha dichiarato di aver subito discriminazioni sul posto di lavoro. Il fenomeno si inserisce in un quadro più ampio di disparità di genere, confermato anche dal Global Gender Gap Report 2024, che colloca l’Italia all’87° posto su 146 paesi per parità di genere.

Discriminazioni di genere: un fenomeno diffuso tra le donne avvocato

Il 58% delle donne avvocato dichiara di aver subito discriminazioni di genere sul posto di lavoro. È quanto emerso dall’ultima ricerca dell’Osservatorio sulle pari opportunità nelle professioni ordinistiche. Nonostante l’11,4% degli uomini avvocato abbia riportato episodi simili, la disparità tra i due generi è evidente. Fenomeni analoghi si riscontrano tra i commercialisti, mentre nel settore notarile la percentuale di donne che lamentano discriminazioni di genere scende al 40%.

Il sondaggio, condotto su 7.500 professionisti, tra cui 5.322 avvocati, evidenzia un contesto lavorativo in cui la parità di genere resta una sfida aperta. A livello internazionale, il “Global Gender Gap Report 2024” colloca l’Italia all’87° posto su 146 paesi, con una perdita di otto posizioni rispetto all’anno precedente. Tra i fattori che contribuiscono a questo arretramento vi sono il basso tasso di occupazione femminile, il gap salariale e la scarsa partecipazione delle donne alla sfera pubblica e decisionale.

Le difficoltà di affermarsi nel settore legale

La ricerca evidenzia come la questione della parità di genere nella professione forense non sia solo legata alle opportunità di carriera, ma anche alla percezione del ruolo delle donne nel settore. Sebbene la maggioranza degli intervistati ritenga che la leadership più efficace sia quella che integra uomini e donne, esistono ancora stereotipi profondamente radicati.

Solo il 17,1% delle donne avvocato e il 24,6% degli uomini ritiene che ci siano attitudini professionali differenziate in base al genere. Tra le cause della disparità c’è la percezione diffusa secondo cui le donne avvocato sarebbero meno disponibili per incarichi di rilievo a causa delle responsabilità familiari.

Lo studio riporta diverse testimonianze significative: molte professioniste denunciano di essere scambiate per segretarie o assistenti dai clienti e persino dai colleghi, confermando l’esistenza di un pregiudizio sistemico. Inoltre, il 67,1% delle donne avvocato e il 62,4% degli uomini dichiarano di non essere a conoscenza di piani concreti per la parità di genere all’interno della professione nei prossimi cinque anni, segnale di un impegno ancora insufficiente per colmare il divario.

Nuove norme e cambiamenti culturali

Il dibattito sulle disparità di genere tra gli avvocati non può limitarsi a una mera constatazione del problema, ma deve tradursi in azioni concrete. La ricerca sottolinea la necessità di norme che tutelino le professioniste, ma anche di un cambiamento culturale che scardini gli stereotipi di genere. Alcuni intervistati sostengono che l’unica soluzione potrebbe essere la promozione della conoscenza, poiché “la cultura è libertà, anche dagli stereotipi e dalle iniquità”.

Tuttavia, la questione si intreccia anche con una riflessione più ampia sulla professione forense. Se da un lato la presenza femminile è in crescita, dall’altro questa tendenza sembra coincidere con una perdita di rilevanza economica e sociale della categoria. In un settore in continua evoluzione, diventa essenziale garantire alle donne avvocato non solo pari opportunità, ma anche il giusto riconoscimento del loro ruolo professionale e del loro contributo alla giustizia e alla società.

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