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Endpoint a rischio sicurezza: 1,5 attacchi informatici al minuto

Secondo il sondaggio di YouGov, 9 su 10 operatori IT indicano gli endpoint come principale elemento di vulnerabilità per la sicurezza informatica delle aziende

PC, stampanti, tablet e smartphone rappresentano l’anello debole per la sicurezza informatica delle aziende. Secondo un sondaggio di YouGov, che ha coinvolto 8.443 impiegati e 1.100 decision maker che operano in ambito IT, gli endpoint costituiscono il principale elemento di vulnerabilità per le aziende. Lo ammette il 90% degli intervistati, individuando nello smart working la principale causa di questo fenomeno. Lo scopo della ricerca di YouGov, infatti, era quello di scoprire quali fossero le principali preoccupazioni degli addetti al comparto IT in merito al lavoro da remoto, che durante la pandemia ha vissuto un boom senza precedenti. Gli intervistati concordano sul fatto che l’uso dei device per lavoro, fuori del perimetro aziendale, è potenzialmente più rischioso.

Nell’ultimo anno e mezzo, infatti, gli endpoint hanno subito 1,5 attacchi informatici al minuto a livello globale, con un aumento del 238% soltanto tra febbraio e aprile 2020. La causa principale risiede nell’utilizzo promiscuo dei dispositivi, sia per lavoro che per motivi personali. Non a caso, oltre la metà degli impiegati intervistati da YouGov ha ammesso di usare il proprio laptop di lavoro come fosse un dispositivo personale. Un impiegato su tre, invece, ha affermato di aver lasciato ad altre persone utilizzare il proprio dispositivo di lavoro.

Tra coloro che utilizzano i device di lavoro per scopi personali il 33% lo fa per scaricare video, documenti e foto da Internet; il 45% per visitare i social media; il 58% per effettuare videochiamate; il 52% per fare acquisti online; il 55% per aprire allegati o pagine web che arrivano nelle loro caselle e-mail personali, il 27% per giocare online; il 36% per guardare film in streaming, spesso da siti non sicuri. In parallelo, la metà dei manager IT ha affermato di aver riscontrato un aumento nel numero di attacchi di phishing nell’ultimo anno. Il 45% invece ha dichiarato di aver registrato anche prove di attacchi a stampanti. In ottica smart working, le aziende dovranno dotarsi di attrezzature e prendere provvedimenti finalizzati a limitare un uso improprio dei dispositivi. Magari dotando i dipendenti di strumenti appositamente dedicati al lavoro da remoto e sicuri contro gli attacchi informatici.

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