Il ministero della giustizia ha inviato una nota alle commissioni esaminatrici in cui si afferma che già dalle prossime prove orali verranno applicate le disposizioni contenute nel Milleproroghe. Addio al punteggio minimo complessivo di 105 punti per superare la prova orale.
È stata riconfermata anche per l’anno in corso la procedura semplificata per l’esame di abilitazione alla professione legale (già applicata per le sessioni d’esame del 2023 e 2024). A stabilirlo è la versione definitiva della legge di conversione del Decreto Milleproroghe 27 dicembre 2024, n. 202, che introduce anche alcune modifiche alle modalità di svolgimento dell’esame. L’obiettivo è quello di renderlo più accessibile, senza con ciò compromettere la qualità del processo di selezione.
La più rilevante riguarda l’abolizione del requisito del punteggio minimo complessivo di 105 punti, per superare la prova orale. Per effetto del comma 8-bis, basterà raggiungere un punteggio globale di 90 punti. Gli aspiranti avvocati che hanno partecipato alla prova scritta lo scorso dicembre, potranno già sostenere l’orale senza l’obbligo di ottenere un punteggio complessivo di almeno 105 punti.
Maggiore equità nella valutazione dei candidati
A stabilire l’immediata applicazione di quanto disposto dal nuovo decreto Milleproroghe è stato il ministero della Giustizia, il quale ha inviato una nota riepilogativa delle novità introdotte direttamente alle commissioni esaminatrici. Nel comunicato diramato da Aiga (Associazione italiana giovani avvocati), si legge testualmente: “Con tali modalità, ovvero prevedendo il superamento della fase orale dell’esame a fronte del conseguimento di un punteggio complessivo non inferiore a 90 punti – purché venga raggiunta almeno la sufficienza in ciascuna materia d’esame – si garantisce maggiore equità nella valutazione dei candidati”.
Esame avvocato: come funziona la procedura semplificata
La disciplina speciale transitoria, prorogata anche per l’anno in corso – vale la pena ricordarlo – era stata introdotta per rispondere alle difficoltà derivanti dall’emergenza sanitaria.
Ma come funziona nel dettaglio la procedura semplificata di abilitazione forense? In concreto, l’aspirante avvocato deve superare una prova scritta e una orale, che si compone di tre parti.
La prova scritta consiste nella redazione di un atto giudiziario su un tema formulato dal Ministero della giustizia. Richiede conoscenze sia di diritto sostanziale che di diritto processuale. Il candidato potrà scegliere uno tra i quesiti proposti in una delle seguenti materie: diritto penale, diritto civile, diritto amministrativo. La prova si considera superata con un punteggio minimo di 18 punti da parte di una sottocommissione esaminatrice (ogni componente ha 10 punti a propria disposizione).
La prova orale, invece, è così suddivisa: la discussione di una questione pratico-applicativa nell’ambito di una delle materie giuridiche principali, l’analisi di brevi questioni giuridiche su tre materie, e la verifica delle proprie conoscenze dell’ordinamento forense e delle responsabilità professionali dell’avvocato.
Nuova disciplina nel 2026
Per l’entrata in vigore della nuova disciplina dell’esame di stato per gli avvocati bisognerà dunque attendere la sessione del 2026.