Non è la prima volta che sentiamo una storia come quella di Giampaolo Amato, se sarà confermata dalle indagini e da una condanna, La storia, cioè, di chi non riuscendo a lasciare la moglie per l’amante, decide di uccidere la prima per stare con la seconda. La storia di Parolisi, per intenderci. O di Cagnoni.
La morte di Isabella Linsalata
Giampaolo Amato, dal 2013 al 2020 medico sportivo della Virtus Pallacanestro Bologna, specializzato in oftalmologia e medicina dello sport, dipendente Asl, è stato arrestato l’11 aprile scorso per l’omicidio della moglie Isabella Linsalata, medico specializzato in ginecologia e ostetricia, morta il 31 ottobre 2021. Ma è sospettato anche per la morte della suocera. Amato, 64 anni, avrebbe ucciso la moglie con un mix di midazolam e sevoflurano. All’epoca i due erano separati di fatto e lui dormiva nel suo studio, al piano di sotto. Sulla base di due anni di indagini, si suppone che Amato avrebbe preparato una tisana con quei farmaci dentro. “Riacquistata da qualche tempo la fiducia della moglie – ipotizza il Gip – l’indagato ben può averle somministrato il Midazolam all’interno di qualche bevanda, come peraltro aveva già fatto in passato”. Poiché era sua abitudine prepararle alla moglie.
Ora, secondo le indagini, Amato già nel maggio 2019 avrebbe somministrato sostanze tossiche a sua moglie. Una sera la sorella di Linsalata la trova stordita, confusa. Ha bevuto del vino col marito, ma che sapore strano aveva! Fortuna che ne ha bevuto poco! Poi, lui aveva buttato tutto e lavato la bottiglia, prima di metterla al riciclo. Ma la sorella la trova e la mette da parte e a marzo scorso; la consegna alle forze dell’ordine: la presenza di quelle sostanze c’era. In passato, anche certe tisane, sempre preparate da Amato, avevano avuto un gusto che non era il loro. Troppo amare. Ma davvero la moglie non ha detto nulla, non ha reagito, quando aveva già dei sospetti, solo per non far preoccupare i figli? E’ ciò che sostiene un’amica della Insalata.
La morte di Giulia Tateo
Giulia Tateo, invece, è la suocera, morta 22 giorni prima della figlia, nel sonno. La parola passa alla tossicologia forense. Nel suo cadavere è stata trovato Midazolam, ma qui si tratta di capire se la donna non abbia assunto quei farmaci dietro prescrizione.
L‘amante di Giampaolo Amato confidandosi al telefono il 1 aprile 2022 con un’amica, dice: “questo qua fuori di testa può aver fatto qualcosa quella sera?”. E poi: “riesce a essere un pazzo furioso, davvero siamo convinti che lui non si sia fatto venire un momento di delirio, io in quel periodo non gli rispondevo più, ero dura di nuovo”. Insomma, anche lei aveva dei dubbi sull’uomo. Paura.
Giampaolo Amato e quella scelta impossibile
Eliminare la moglie per stare con l’amante più giovane. Per non dover dare spiegazioni. Per non subire processi morali. Per uscire fuori dalle pressioni che riceveva dalle due donne, dalla famiglia, dal rapporto coi figli; e che lo mandavano ai matti. Ma anche per ereditare il bel patrimonio immobiliare della moglie, forse. Poi, succede che anche il rapporto con l’amante si complica: lei si mette in guerra con la moglie. Le pressioni aumentano ancora. Suocera e moglie muoiono a tre settimane di distanza, i parenti si allarmano, chiedono l’autopsia. Le indagini cominciano da qui. Il gip, Claudio Paris, ritiene che anche l’amante avrebbe corso il rischio di morire, se si fosse rifatta una vita, se insomma non fosse tornata con Amato, che a quel punto aveva già ucciso la moglie (e forse anche la suocera) per stare con lei. Un imbuto infernale, nato dal non saper fare una scelta, dal non saper affrontare la situazione.