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Fatture gonfiate o inesistenti: quando scatta il reato di dichiarazione fraudolenta?

La dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti è un reato di natura istantanea regolato dal D.Lgs. n. 74/2000.

Il reato di dichiarazione fraudolenta è regolato dall’art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000 e si configura quando un soggetto presenta elementi passivi fittizi in una delle dichiarazioni annuali, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto.

Le operazioni inesistenti si distinguono in:

  • oggettive, qualora l’operazione non sia mai avvenuta;
  • soggettiva, qualora le fatture riportino nominativi diversi da quelli effettivi.

Quali sono le pene e le caratteristiche del reato

A seconda della gravità del reato, le pene applicabili possono prevedere la reclusione:

  • da un anno e sei mesi a sei anni nei casi di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti;
  • da un anno e sei mesi a sei anni per la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, che possono prevedere alterazione di libri contabili, doppia contabilità e ricavi nascosti.

La pena è ridotta dai diciotto mesi a sei anni qualora l’importo dell’imposta evasa sia al di sotto dei 100.000 euro.

Perché si possa configurare il reato è sufficiente il dolo eventuale. Il ravvedimento operoso costituisce invece una causa di non punibilità, a condizione che ciò avvenga prima di accertamenti o procedimenti penali.

Il reato è di natura istantanea, e si consuma nel momento in cui vengono presentati i documenti falsi o alterati.

Dichiarazione fraudolenta e dichiarazione infedele

Sia la dichiarazione fraudolenta che la dichiarazione infedele sono disciplinati all’interno del D.Lgs. n. 74/2000. Si differenziano principalmente per l’intento fraudolento, presente nella dichiarazione fraudolente e assente in quella infedele. In quest’ultima fattispecie, i documenti dichiarati contengono uno o più errori dovuti a negligenza, calcoli errati o erronea interpretazione delle norme. Anche in questi casi è prevista la pena detentiva, che può essere compresa da due a quattro anni e sei mesi.

La dichiarazione fraudolenta prevede invece una puntuale pianificazione per evadere il fisco, nonché la volontà di frodare. Per questo le pene sono più severe.

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