Frances Glessner Lee è considerata “la madre delle scienze forensi”. Nel corso della sua vita ha realizzato una ventina di miniature che riproducono scene del crimine realmente esistite. Questi modelli sono utilizzati ancora oggi per la formazione di detective e investigatori
Scienze Forensi: chi è Frances Glessner Lee?
Frances Glessner Lee era una ricca ereditiera di Chicago con una passione particolare: realizzare modellini tridimensionali, simili alle case delle bambole, che tuttavia non avevano uno scopo ludico, bensì ritraevano la scena del crimine di delitti realmente accaduti. Glessner Lee iniziò questa “insolita” attività, quando aveva ormai superato i sessant’anni, mettendo insieme le proprie abilità manuali con l’interesse per le investigazioni criminali, alle quali si era avvicinata grazie ad un compagno universitario del fratello, divenuto professore di patologia alla Harvard Medical School.
I diorami, oltre ad essere delle vere e proprie opere d’arte, erano, a detta dell’autrice, degli strumenti con cui gli investigatori si potevano esercitare “a far condannare i colpevoli, scagionare gli innocenti e, in breve, a trovare la verità”. All’epoca (siamo intorno agli anni ’40), le modalità di formazione degli aspiranti detective erano ancora piuttosto acerbe e rudimentali. I modelli di Glessner Lee, denominati da lei stessa “Nutshell Studies of Unexplained Death” (che si può tradurre in “brevi studi di morti non spiegate”) offrirono un prezioso contributo alla ricerca e allo sviluppo di questo settore. Per questo motivo, divenne in breve tempo “la madre delle scienze forensi”.
Dei modellini per allenare l’occhio degli investigatori
I diorami di Frances Glessner Lee erano delle riproduzioni fedeli, estremamente realistiche e dettagliate di scene del crimine realmente esistite. Essi si basavano perlopiù sulle autopsie dei cadaveri e sulle ricostruzioni della polizia, ma in qualche caso anche sulle osservazioni della stessa autrice. Come è stato sottolineato più volte, l’obiettivo dei modellini di Glessner Lee era quello di aiutare i detective ad “allenare l’occhio a vedere dettagli piccoli, minuziosi e apparentemente insignificanti”, che però spiccavano in una scena del crimine.
Il suo contributo fu fondamentale per il progresso nel campo delle indagini criminali, peraltro in un contesto all’epoca dominato esclusivamente dagli uomini. Per il ruolo che Glessner Lee ha avuto nello sviluppo del settore, nel 1943 ottenne il titolo di capitana onoraria della polizia di stato del New Hampshire. Fu la prima donna in assoluto investita di questa onorificenza. Nel 1945 donò i suoi modellini all’Università di Harvard dove lei stessa teneva numerosi corsi e seminari. Oggi le miniature si trovano nell’Ufficio del Chief Medical Examiner del Maryland, l’agenzia statale incaricata di indagare sulle morti improvvise e sono ancora utilizzate nei seminari per allenare l’occhio dei detective.