La Corte di Strasburgo ha
dichiarato legittimo il ricorso alle investigazioni private per smascherare
truffe ai danni delle assicurazioni
Il 17 gennaio scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) si è espressa a favore di una compagnia assicurativa che aveva ingaggiato un investigatore privato per smascherare una truffa, rigettando altresì il ricorso di una coppia svizzera. I fatti in questione risalgono al 2001 quando l’uomo era rimasto ferito a seguito di un incidente stradale. In qualità di passeggero, aveva avviato un’azione di risarcimento dei danni subiti contro i conducenti dei veicoli coinvolti, per un totale di 1,8 milioni di franchi. La compagnia assicurativa, ritenendo eccessiva la somma richiesta e per verificare le reali condizioni del proprio assistito, aveva deciso di affidarsi a una società di investigazioni private.
Nel corso del 2006 i detective hanno fotografato e filmato per quattro giorni consecutivi i movimenti dell’uomo, constatando che quest’ultimo era in grado di condurre una vita normale e svolgere serenamente attività quali fare la spesa, lavare l’auto e alzare pesi. La donna appariva in alcune scene, ma era difficilmente identificabile. A seguito delle indagini, la coppia ha avviato un giudizio per azione illecita contro la privacy, ma il Tribunale federale elvetico ha respinto la richiesta. A questo punto marito e moglie si sono rivolti al CEDU, ma il risultato è rimasto invariato.
I giudici di Strasburgo hanno rigettato il ricorso, in quanto la sfera privata non è stato violata nel corso delle indagini. Infatti, l’uomo è stato ripreso in luogo pubblico e le informazioni sulla moglie, raccolte per caso e senza legami con l’inchiesta, sono lontane dal poter essere considerate una sorveglianza sistematica. Di fatto quindi, la sentenza dichiara legittima l’azione intrapresa dalla compagnia assicurativa, infliggendo un duro colpo ai così detti “furbetti delle assicurazioni”. La decisione del CEDU conferma la possibilità da parte delle compagnie assicurative di affidarsi agli investigatori privati per smascherare frodi, sempre più ricorrenti, senza rischiare di incappare nella violazione della privacy altrui.