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GDPR, il punto della situazione a un anno di distanza

Il 24 luglio scorso la Commissione Ue ha pubblicato la relazione sull’impatto del GDPR negli Stati membri a un anno dalla sua attuazione: bene le aziende, cresce la consapevolezza tra i cittadini
Il Regolamento europeo per la protezione dei dati personali è entrato in vigore il 25 maggio 2018. A poco più di un anno di distanza, l’Ue ha tirato le somme circa l’impatto che le nuove leggi hanno avuto sugli Stati membri. In merito, la Commissione europea ha pubblicato il 24 luglio scorso la Relazione annuale in cui traccia il bilancio sull’andamento del GDPR in Europa.
Dal testo si evince che la maggiora parte dei Paesi europei, ad eccezione di Grecia, Portogallo e Slovenia, hanno aggiornato le leggi nazionali sulla protezione dei dati in linea con il GDPR. Inoltre, gran parte degli Stati membri dispone di linee guida per una maggiore comprensione degli aspetti chiave del Regolamento europeo.
Sul fronte aziendale, le imprese hanno sviluppato “una cultura della conformità che sta contribuendo alla sicurezza dei loro dati e a sviluppare la privacy come vantaggio competitivo”. La Commissione Ue ha fatto sapere che continuerà a supportare le aziende “con l’obiettivo di facilitare la compliance fornendo clausole contrattuali standard, codici di condotta e nuovi meccanismi di certificazione”.
Le Autorità nazionali per la protezione dei dati, corredate di maggiori poteri, stanno progredendo nell’applicazione coordinata delle nuove norme. A fine giugno 2019, il meccanismo di cooperazione ha gestito 516 casi transfrontalieri. Le regole europee sulla privacy si sono imposte come modello di riferimento in tutto il mondo “e questa convergenza verso l’alto potrà aprire nuove opportunità per flussi di dati sicuri tra l’UE e Paesi terzi”.
Infine, a un anno di distanza dall’entrata in vigore del Regolamento Ue, è aumentata anche la consapevolezza dei cittadini europei in merito al trattamento dei dati personali. È quanto emerso dal sondaggio “Eurobarometro”, presentato il 13 giugno scorso a Bruxelles. Secondo lo studio, il 73% dei cittadini europei ha sentito parlare di almeno uno dei diritti privacy. La maggior parte di questi è al corrente dell’esistenza del GDPR (in Italia il 49%) e di un’Autorità pubblica nazionale responsabile della protezione dei dati personali.
La prossima relazione della Commissione Ue verrà rilasciata nel 2020.
 

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