La Cassazione ha respinto il ricorso di una società di vigilanza privata considerando illegittimo il licenziamento di due guardie giurate dopo il cambio d’appalto
La Cassazione ha respinto il ricorso di KSM, gruppo leader in Italia per il settore della vigilanza privata, ritenendo illegittimo il licenziamento di due guardie giurate. La vicenda in questione risale al 2017, quando i dipendenti dell’istituto di vigilanza, a seguito di un cambio d’appalto, erano stati licenziati (nei fatti si sarebbe rivelata una cessazione volontaria). Trattandosi di un subentro di un altro istituto di vigilanza, Sicilia Police, le due guardie giurate avrebbero dovuto essere assunte da quest’ultima. Tuttavia, l’istituto subentrante si era rifiutato di assumere i due uomini, proponendo successivamente un orario ridotto e un salario inferiore.
I due vigilantes hanno quindi impugnato il licenziamento, portandolo al Tribunale di Palermo. Dopo che la Corte d’Appello ha condannato la società a reintegrare i due uomini, KSM ha presentato ricorso alla Corte Suprema. La Cassazione, però, ha confermato la sentenza di secondo grado, affermando che “le guardie giurate avrebbero dovuto lavorare, senza soluzione di continuità, per il nuovo istituto, e in caso di ritardo nell’avvio del servizio entrambe avrebbero comunque avuto diritto all’assunzione dal primo giorno”. KSM, oltre a sborsare i soldi per le spese processuali, dovrà pagare ai lavoratori un’indennità pari a dodici mensilità. Secondo il sindacato Saves “questa sentenza potrebbe segnare un punto di svolta sul fenomeno dei cambi d’appalto, che si sarebbero trasformati in uno strumento per ‘ripulire’ i lavoratori dai diritti maturati e loro riconosciuti”.
“Ho dovuto subire sette processi civili e tre procedimenti penali” ha dichiarato Fabrizio Geraci, uno dei due lavoratori licenziati. “Questi ultimi tutti archiviati dal tribunale, che ritengo siano assolutamente legati alla mia attività sindacale, anche se riscontrato solo in primo grado. Personalmente, attendo la definizione dell’altra causa perché dopo la vittoria in appello del 2019, sono stato reintegrato, nuovamente licenziato nel 2020 per altre ragioni e ulteriormente reintegrato. Adesso attendiamo la Cassazione anche per il secondo licenziamento, dopo l’ennesimo ricorso presentato dalla KSM”.