L’On. Giuseppe Berretta è un politico giovane ma esperto ed è anche un avvocato civilista, il suo studio legale si occupa di recupero crediti giudiziale, per questi motivi abbiamo voluto fortemente conoscere il suo punto di vista sulla recente riforma della giustizia e sui nuovi poteri di indagine che gli ufficiali giudiziari avranno per poter rintracciare i beni dei debitori. Temi che saranno approfonditi nell’incontro “Credito: tutti per uno, tutela per tutti” promosso da StopSecret Magazine e che si terrà a Roma il prossimo 22 aprile. Ne è emersa un’analisi lucida e sintetica sui principi ispiratori della riforma della giustizia e sugli effetti che il Governo ed il Ministero che l’ha ideata, auspicano per il bene della collettività e, soprattutto, per la certezza del diritto di credito.
1. La recente riforma della giustizia cosa cambia per i creditori italiani?
Offre semplificazione sia nella fase d’esecuzione che nel rito ordinario, estendendo la possibilità del ricorso al rito sommario. Inoltre, grazie alle misure di “degiurisdizionazione” contenute nel DL 132/2014, nello specifico con la negoziazione assistita obbligatoria per le cause fino 50.000 è prevedibile che molti facciano ricorso a questo strumento, ottenendo per tale via più celermente un titolo esecutivo. Questo comporterà anche un minor carico sulla giurisdizione con un complessivo beneficio sui tempi della giustizia.
Sempre nell’ottica di rendere efficiente la giustizia civile, sono state adottate misure per disincentivare il ritardo nei pagamenti e le liti temerarie, attraverso l’aumento del saggio di interessi in pendenza di giudizio, e la tassatività dei casi di compensazione delle spese di lite.
Per rafforzare la tutela del credito si è intervenuto sul processo esecutivo, consentendo al creditore una più celere ed efficace individuazione dei beni del debitore da pignorare, che potranno essere cercati mediante accesso a banche dati pubbliche.
2. I poteri di indagine patrimoniale concessi agli ufficiali giudiziari sono sufficienti a garantire le esigenze di recupero dei creditori italiani?
I poteri d’indagine attraverso l’accesso alle banche dati per individuare i beni da aggredire consentiranno al creditorie di avere immediata certezza su dove aprire l’esecuzione e di sapere la capienza de beni dei debitori. Questo da un lato accelererà la procedura esecuzione dall’altro rappresenterà un risparmio di costi da parte del creditore che prima era costretto ad aprire tanti pignoramenti. Di fatto, prima il creditore era costretto a rincorrere i beni da aggredire, adesso sarà in grado di individuarli celermente.
3. A suo parere l’investigatore dovrebbe/potrebbe avere gli stessi poteri di indagine e di rintraccio dell’ufficiale giudiziario?
E’ una prospettiva che può essere valutata, ovviamente tenendo conto delle opportune cautele. La scelta del dl 132 è quella di concentrare su un pubblico ufficiale ovvero l’ufficiale giudiziario la possibilità di utilizzare ed accedere alle banche dati. Questa scelta è il frutto di una necessità: le banche dati contengono dati sensibili.
Credo, inoltre, che non sia da sottovalutare il fatto che gli strumenti informatici e la piattaforma che potrà mettere a disposizione il ministero sarà sicuramente più performante di strumenti privati. Per un semplice motivo: offre la possibilità di una collaborazione immediata con le altre amministrazioni pubbliche e quindi tra tutte le banche dati che per un soggetto privato sarebbe più difficoltosa. Tuttavia, credo che in questo ambito si possa lavorare nella direzione di una collaborazione virtuosa tra soggetti pubblici e privati che operano nel settore.
4. Quali altri interventi normativi si posso ipotizzare per velocizzare il recupero giudiziale dei crediti e quello stragiudiziale?
Il Ministero ha già avviato un monitoraggio dei primi provvedimenti. Questo monitoraggio sarà utile a immaginare gli altri interventi. Sono convinto che risultati positivi verranno anche grazie agli strumenti organizzativi messi in campo dal ministero. Penso soprattutto alla completa digitalizzazione delle procedure di contenzioso e esecuzione e quella degli UNEP.
Il Ministro Orlando sta lavorando a molti progetti innovativi non solo sul versante del diritto sostanziale e processuale, ma anche su quello organizzativo. Nel primo ambito credo rivesta importanza l’annunciato intervento sulle procedure concorsuali e di rivisitazione della normativa fallimentare, nel secondo ambito guardo con attenzione al progetto del ministero di creare un marketplace elettronico dei beni provenienti da fallimento
5. Gli investigatori secondo lei escono danneggiati da questa riforma e che ruolo possono giocare nel recupero delle informazioni del debitore oggi?
Credo che le riforme del governo in materia di giustizia chiamino tutti a rivedere i propri assetti ed a spingere sul terreno dell’innovazione. Io credo che in questo senso la riforma non danneggi nessuno, anzi costituisce uno stimolo al cambiamento. In quest’ottica credo che vadano indagate le possibilità che gli investigatori potranno avere nel nuovo assetto. Non credo, infatti, ad una contrapposizione tra i soggetti pubblici e privati, ma piuttosto ad un sussidiarietà che va implementata.
di Marco Recchi
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