La criminologia non è solamente l’analisi statica di un reato o del fatto compiuto ma è il completamento di un approccio psicologico e sociale.
Se non vengono considerati la concomitanza con altri fattori, non sarà sufficiente spiegare in toto la complessità del fenomeno della violenza. Cioè una delle cause scatenanti di ogni delitto.
La figura del criminologo deve prendere a parte diverse teorie psicologiche e darne un riesame. Innanzitutto occorre fare una differenziazione tra i termini che si riferiscono alla violenza e la praticità della stessa, perché da una buona teoria nasce un lavoro pratico estremamente preciso per le esigenze del caso da trattare.
Un comportamento irruente e bellicoso troppe volte viene confuso con la violenza, bensì si tratta di aggressività.
L’aggressività è fonte di una dotazione istintiva innescata da eventi che risultano atti a scatenarla. È connessa a spaccati di vita che hanno un grande valore per l’individuo come ad esempio la difesa del territorio, la difesa della prole o la conquista del dominio sociale. La violenza è intraspecie, finalizzata al raggiungimento di un fine ed è alimentata dall’istintività.
La distruttività è invece un atto che sfoga in maniera cieca e indiscriminata. Il più delle volte può concludersi con un suicidio o un omicidio. Sottolineo che non sempre è necessario avere un nesso tra vittime e carnefici. Spesso la mente sviluppa un’apocalisse volutamente. Si ha l’impressione che tutto sia perduto e che l’unica soluzione sia “eliminare l’ipotetico problema”. Qui entra in azione lo studio del comportamento sociale attraverso la ricerca clinico-dinamica sull’aggressività. A partire dagli studi di Freud, Renè Spitz o da Fromm.
Psicologia e criminologia devono cooperare tra loro per sviluppare teorie valide e sempre in evoluzione; per definire patologie mirate che possono provocare un individuo a commettere atti illeciti di diversa gravità e alimentare atteggiamenti devianti.
La maggioranza dei crimini violenti sono stati praticati da colui che ha vissuto relazioni interpersonali difficili e carenti di affetto. La mancanza d’amore e lo sviluppo della paura come reazione contraria portano ad alimentare il sentimento del rancore e atteggiamenti opposti al rispetto delle norme sociali.
I bisogni e i sistemi motivazionali sono correlati ad una pulsione aggressiva ed è per questo che un buon criminologo deve saper scavare la vita privata e anche passata di un autore del reato.
È importante analizzare anche l’ambiente sociale nel quale un criminale ha vissuto.
Le norme del contesto sociale possono facilitare o accentuare la voglia di controllo, di aggressione o di violenza sia a livello personale sia a livello comportamentale. Nel gruppo sociale l’imitazione favorisce l’attivazione di tali comportamenti fin dall’infanzia.
In questa visione l’individuo non agisce aggressivamente per frustrazione o per scaricare un surplus energetico ma agisce aggressivamente per aderenza ad una logica che vede l’aggressività come l’unico comportamento efficace su diversi livelli socio culturali e personali.
di Jessica Occhipinti
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