Nelle scorse settimane sono iniziate le riprese della nuova serie Netflix sul Mostro di Firenze. Divisa in quattro episodi, racconta una delle pagine più macabre della cronaca italiana. Otto duplici omicidi, avvenuti a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, che ancora oggi rimangono, in buona parte, irrisolti.
Il Mostro di Firenze in arrivo su Netflix: iniziate le riprese della nuova serie di Sollima
Quello del Mostro di Firenze, ribattezzato anche il “maniaco delle coppiette”, è stato il primo e più importante caso di omicidi seriali in Italia. Il suo impatto mediatico fu dirompente, sia nel nostro Paese che all’estero, e influenzò le abitudini delle persone che vivevano nel capoluogo toscano e dintorni. Del Mostro di Firenze, e di Pietro Pacciani, principale protagonista di questa cupa vicenda, se n’è parlato a lungo.
Ora questa storia è pronta a tornare sul piccolo schermo, con una nuova serie crime su Netflix. Nelle scorse settimane, a Firenze, sono iniziate le riprese de “Il Mostro” che ripercorrerà le inquietanti vicende del serial killer fiorentino. La serie, diretta da Stefano Sollima, è divisa quattro episodi e si basa su fatti realmente accaduti, testimonianze dirette, atti processuali e inchieste giornalistiche riguardanti il Mostro di Firenze.
“Tutto terribilmente vero” ha spiegato la produzione in una nota. “Crediamo che il racconto della verità, e solo quello, sia l’unico modo per rendere giustizia alle vittime. In una storia dove i mostri possibili, nel corso del tempo e delle indagini, sono stati molti, il nostro racconto esplora proprio loro, i possibili mostri, dal loro punto di vista”.
Il Mostro di Firenze: un mistero ancora irrisolto
La parabola criminale del Mostro di Firenze si svolge nei dintorni del capoluogo toscano a cavallo tra il 1968, anno del primo omicidio (anche se non del tutto ascrivibile al serial killer) e il 1985. Si tratta di una vicenda che ad oggi non è ancora del tutto chiara. Molte furono le piste, i depistaggi, gli insabbiamenti e gli errori giudiziari, oltre ad altre morti misteriose avvenute intorno al caso. Da Pietro Pacciani, il principale indiziato, alla condanna dei suoi “compagni di merende”, fino alle ipotesi di possibili mandanti, di sette sataniche e massoniche.
Il serial killer è l’autore di otto (se si conta anche il delitto del 1968) duplici omicidi compiuti ai danni di giovani coppie che si appartavano in macchina nella campagna fiorentina. Gli omicidi furono commessi tutti con la stessa arma, una Beretta calibro 22 caricata con munizioni Winchester marcate con la lettera “H” sul fondello del bossolo. In alcuni casi, le donne sono state brutalmente accoltellate e mutilate delle parti intime e degli organi sessuali.
Anni di indagini portarono nel 1994 alla condanna all’ergastolo di Pietro Pacciani e nel 1999 di Mario Vanni e Giancarlo Lotti, noti come i suoi “compagni di merende” un’espressione utilizzata dallo stesso Vanni durante il processo. Nel 1996 Pacciani fu assolto e due anni più tardi, alla vigilia di un nuovo processo, morì in condizioni misteriose.
Al di là di quanto sancito dalla sentenza definitiva del 1999, sulle scene del crimine non si riscontrarono mai prove fisiche e impronte digitali riconducibili ai compagni di merende. Nè si rintracciarono l’arma da fuoco del killer, così come le parti anatomiche asportate ad alcune delle sue vittime femminili.