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Indice di percezione della corruzione: Italia al cinquantaduesimo posto

L’Italia si classifica al 52° posto dell’indice di percezione della corruzione (CPI) stilata dall’organizzazione Transparency International. Il suo punteggio per l’edizione 2024 è di 54 punti, due in meno rispetto al precedente anno.

Secondo l’indice di corruzione percepita (CPI) di Transparency International, l’Italia si classifica al 52° posto nel mondo per livello di corruzione percepita e 19° tra i Paesi dell’Unione Europea.
Con un punteggio di 54 punti su una scala da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso livello di corruzione percepita), il 2024 è il primo anno in cui il Paese registra un calo dopo 13 anni.
L’organizzazione internazionale elabora una classifica annuale assegnando a 180 Paesi e territori di tutto il mondo un punteggio basato sulla percezione della corruzione nel settore pubblico con i dati provenienti da 13 fonti esterne.

Il punto di vista di Transparency International 

Transparency International ritiene che l’Italia abbia fatto importanti passi avanti nella lotta alla corruzione. Nell’ultimo decennio le normative entrate in vigore in materia di whistleblowing e di appalti pubblici hanno migliorato significativamente la situazione. A questo va aggiunto il lavoro svolto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), che ha favorito la nascita di un database pubblico per accrescere la fiducia e la trasparenza, rafforzando ulteriormente la disciplina degli appalti.
Tuttavia, a tutto ciò si contrappongono anche le più recenti riforme che insieme ad alcune questioni irrisolte stanno ostacolando i progressi raggiunti finora, incidendo negativamente sul settore pubblico.
A preoccupare è il passaggio dalla 42esima alla 52esima posizione, che incide negativamente sulla fiducia dei cittadini. A causa dei continui vuoti normativi l’Italia ha dunque perso 10 posizioni in un anno, facendo diminuire la sua credibilità a livello internazionale.

Il confronto tra l’Italia e gli altri Paesi

Stando ai dati pubblicati lo scorso 11 febbraio, la prima posizione è occupata per il settimo anno consecutivo dalla Danimarca (90), seguita da Finlandia (88) e Singapore (84).
Sebbene l’Europa occidentale sia la regione con il punteggio più alto (64), dai dati emerge che negli ultimi anni sono stati fatti pochi sforzi per contrastare la corruzione. Anzi, in alcuni casi sembrano essere addirittura in diminuzione.
La media globale è di 43 punti, ma più della metà dei Paesi presenta un punteggio inferiore.
Tra gli ultimi in classifica figurano i Paesi colpiti dalle guerre come il Sud Sudan (8), la Somalia (9), il Venezuela (10), la Siria (12) e la Libia (13).

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