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Inquinamento ambientale: a Torino il primo processo in Italia

Il 18 giugno 2024 a Torino è iniziato il primo processo in Italia per inquinamento ambientale colposo. Sotto accusa ci sono gli amministratori pubblici di Torino e della Regione Piemonte che hanno avuto delle responsabilità rispetto alle conseguenze dovute all’inquinamento del capoluogo e delle zone limitrofe tra il 2015 e il 2019.

Torino, si apre il primo processo in Italia per inquinamento ambientale

L’inquinamento atmosferico rappresenta una delle maggiori minacce per l’ambiente e la salute umana a livello globale. Non c’è quindi da meravigliarsi se anche in Italia costituisca una sfida significativa. Le fonti principali di inquinamento includono il traffico veicolare nelle grandi città, le attività industriali sparse sul territorio nazionale, l’agricoltura intensiva e il riscaldamento domestico con combustibili fossili.

Torino, in particolare, è una città dove i livelli di inquinamento spesso superano i limiti consentiti. Questo a causa della sua posizione geografica nella Pianura Padana, nota per la sua concentrazione di industrie e traffico intenso. Proprio per questo, pochi giorni fa si è verificato un evento storico: l’inizio del primo processo italiano per inquinamento ambientale.

Tutto è iniziato dall’esposto presentato nel 2017 da Roberto Mezzalama, presidente del comitato “Torino Respira”. L’azione legale è stata avviata contro gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino, nonché contro l’ex presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. Anche gli assessori Alberto Unia, Stefania Giannuzzi, Enzo Lavolta, Matteo Marnati e Alberto Valmaggia sono implicati nel processo. Queste sono le persone che hanno avuto una responsabilità rispetto alla tutela della qualità dell’aria della città dal 2015 al 2019.

Il comitato “Torino Respira” e la sua battaglia per l’ambiente

Torino Respira” è un’associazione che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni riguardo ai problemi di inquinamento atmosferico nell’omonima città e nelle aree circostanti. Fondata da cittadini preoccupati per la qualità dell’aria e i conseguenti impatti sulla salute pubblica, si impegna a promuovere politiche ambientali più efficaci e sostenibili.

Il comitato, che per la prima udienza ha chiesto di costruirsi parte civile, sostiene che “si tratta del primo processo penale in Italia di questo genere, nel quale viene contestato agli amministratori degli enti pubblici territoriali il reato di inquinamento ambientale colposo, che il legislatore ha introdotto nel 2015 per una più incisiva tutela dell’ambiente”.

Mezzalama a sua volta ha dichiarato che “la cosa che mi ha sorpreso di più quando ho cominciato a cercare dati per farlo, è stata che sui siti del Comune e della Regione fossero pubblicate relazioni degli epidemiologi dell’Arpa che parlavano chiaramente di molte centinaia di morti a causa dello smog ogni anno. Quindi era evidente come gli amministratori fossero perfettamente a conoscenza della situazione, ma non stessero prendendo le decisioni necessarie per risolvere il problema”.

Si va in tribunale

L’avvocato Marino Careglio, che rappresenta “Torino Respira”, ha spiegato che “se il tribunale deciderà di proseguire il processo, si aprirà un confronto cruciale tra accusa e difesa, con esperti autorevoli da entrambe le parti”.

Il procedimento sarà utile per “comprendere le ragioni del grave stato di inquinamento dell’aria di Torino, i danni alla salute provocati dallo smog e anche le eventuali responsabilità di coloro che avevano il compito di tutelare la qualità dell’aria e la salute dei cittadini”.

Di tutto questo si discuterà nelle prossime udienze. Nel frattempo, l’associazione proseguirà le sue campagne di monitoraggio civico dell’aria, mediante la distribuzione di campionatori e l’analisi dei dati dal basso.

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