In un intervento a “Il Sole 24 Ore”, il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo aggiunto si è soffermato sulla necessità di un’attività regolamentaria in tema di intercettazioni
Il valore delle intercettazioni in ambito investigativo è indiscutibile, poiché le stesse forniscono agli inquirenti “informazioni di prima mano, di grande interesse giudiziario”. Tuttavia, si tratta di un argomento piuttosto delicato e complesso, poiché sebbene per ragioni di giustizia, le intercettazioni coinvolgono la vita di migliaia di persone. In questo senso, in Italia mancano delle regole chiare e uniformi per la realizzazione delle operazioni di intercettazione. Il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo aggiunto, Giovanni Russo, ha approfondito l’argomento in un articolo presente su “Il Sole 24 Ore”. “Ad oggi, non esiste un mansionario né un catalogo delle prestazioni che indichino nel dettaglio le azioni da porre materialmente in essere. L’ufficio di Procura deve rivolgersi alla galassia delle innumerevoli aziende che offrono servizi di questo tipo, ognuna delle quali segue proprie regole e prassi”.
La necessità di una regolamentazione in materia è evidente anche per ragioni tecniche, ossia per evitare anomalie nella continuità dei flussi delle attività di captazione. Il Procuratore indica nei modelli internazionali di valutazione della sicurezza informatica la strada da perseguire per formulare “una disciplinare a tutela di Pm e cittadini”. Il documento si pone l’obiettivo di raggiungere tre importanti obiettivi:ù
1 – Garantire al cittadino che le modalità tecniche delle captazioni delle sue comunicazioni rispettino elevati e costanti standard qualitativi, idonei ad assicurare l’effettività dei precetti delle norme di rango costituzionale e ordinario: ossia, dare a tutti la certezza che l’intero “processo” dell’attività intercettativa sia presidiato da meccanismi tecnici – validati ab inizio e costantemente monitorati – che garantiscano l’integrità, la continuità, la non manipolabilità, la non replicabilità, la confidenzialità delle comunicazioni.
2 – Garantire ai Procuratori della Repubblica di poter disporre di elementi valutativi affidabili per la scelta dell’azienda da impiegare per le attività tecniche, nonché di ottenere la garanzia scientifica che ogni istante dell’attività invasiva avvenga senza intromissioni, interferenze, errori, dimenticanze, negligenze, trascuratezza etc.
3 – Garantire all’operatore incaricato di avere un qualificato e competente interlocutore con il quale potersi permanentemente interfacciare, anche a fronte di ogni nuovo evento che richieda una “decisione” di tipo tecnologico.
Infine, “l’individuazione dei soggetti certificatori, da abilitare a tale funzione in materia di intercettazione, potrebbe essere compiuta dal Ministero della Giustizia, oppure essere rimessa alla discrezionalità dei singoli Procuratori, attingendo tale figura nell’ambito di elenchi validati dal Ministero”.