Le nuove generazioni usano internet come fedele compagno, libro di testo e per tessere relazioni sociali. Tre bambini su quattro sono disposti a condividere informazioni personali in cambio di favori e aiuti. ogni anno infine un bambino su cinque diventa bersaglio di cyberbullismo.
Gli adolescenti sono connessi sempre più alla rete e utilizzano lo smartphone come strumento di difesa per affrontare, a modo loro, le insicurezze. Questo aspetto, fortemente riproposto nelle relazioni comunicative, vale sia nella fase di iniziale di una conoscenza che in quella di trasformazione e gestione delle relazioni. Le persone che risultano maggiormente vulnerabili sono coloro che hanno bassa autostima e accentuata timidezza. La rete, infatti, consente ai giovani di relazionarsi più facilmente giacché l’altro virtuale viene percepito meno minaccioso e più lontano e un potenziale rifiuto farebbe molto meno male.
Una vera e propria trappola virtuale. A volte, la continua e incessante comunicazione mediata dallo smartphone o dal computer, diventa un vero e proprio schermo capace di invalidare i rapporti reali, con la possibilità che lo schermo sostituisca le persone.
L’ingresso delle nuove tecnologie nel nostro tessuto sociale, educativo e formativo è stato un vero e proprio passo in avanti e un’opportunità di crescita ma allo stesso tempo ha procurato anche tanti problemi. Oggi i ragazzi passano sempre più tempo dietro il loro pc tanto da essere definiti “nativi digitali” in quanto costantemente connessi nel web.
Esiste la dipendenza da internet? Si. Ed è un problema da non sottovalutare.
La maggior parte dei ragazzi che usano i social o internet, lo fanno senza il controllo o la supervisione di un adulto. Così come il gioco d’azzardo, l’abuso di internet è una patologia conosciuta come disturbo da abuso della rete telematica anche definito Internet Addiction Disorder (IAD), termine coniato dallo psichiatra americano Ivan Goldberg nel 1995 e annoverato tra le nuove dipendenze tecnologiche.
I sintomi da dipendenza dal web possono essere molteplici e diversificati: l’ossessione di essere sempre e costantemente in rete –oversharing– oppure l’ansia di non avere connessione sufficiente per condividere contenuti sui social, il bisogno ossessivo di scattare e postare foto per essere sempre “alla moda” e “seguiti” dal mitico popolo del web.
Uno dei problemi di internet, però, riguarda la questione della privacy e i dati sensibili, anche perché queste piattaforme consentono a tutti di accedere e condividere contenuti più svariati. La cronaca ci riporta frequenti casi di furti d’identità che avvengono in maniera molto semplice e improvvisamente le persone si trovano a dover giustificare azioni in realtà non compiute che possono immettersi anche nel penale. Come dimostrare, in realtà, che non ero io ma un’altra persona ha rubato i miei dati e si finge me? Molto difficile.
Un altro concetto realmente connesso all’uso improprio del web sono le truffe d’amore e reati come revenge porn, cyberbullismo, grooming e sexting che coinvolgono sempre più adolescenti. E tra questi, dobbiamo sicuramente annoverare l’aggressività online o hate speech, discorsi d’odio, fenomeni socialmente pericolosi che in casi più gravi portano a conseguenze inimmaginabili.