La dichiarazione di Antonino Restino, Presidente AZ Investigation, che alla fine degli anni ’80 ha pedinato Diego Armando Maradona.
L’onore, l’adrenalina, il rispetto, la difficoltà e poi soprattutto quell’irrefrenabile voglia di correre da te, in alcuni momenti, per dirti “attento, non lo fare”. Ricordo tutto di quei quasi tre anni di pedinamenti, notti in bianco e corse folli. Ma ora il ricordo ha un sapore diverso. E’ intriso di malinconia, come quella che spesso si vedeva nei tuoi occhi.
Investigare il più grande giocatore di tutti i tempi, te Diego, in quegli anni meravigliosi e maledetti in cui sei stato a Napoli non è stato facile, ma allo stesso tempo è stata una delle esperienze più esaltanti della mia vita.
Fare il detective privato non è un lavoro per tutti. Oltre alle strategie, la perseveranza, l’ossessione per il silenzio, la conoscenza di innovazioni tecnologiche, il rigore, l’intuito ci deve essere la dedizione…ed il rispetto per l’uomo.
Così protetto, inavvicinabile, irraggiungibile e in alcuni casi così vicini da poterci guardare negli occhi. Le tue giornate qui a Napoli? Una corsa sulle montagne russe. Alle glorie in campo corrispondevano altrettanti problemi nella vita privata, alle feste sfrenate, momenti di solitudine, dalla vita frenetica riemergevi improvvisamente con sfrontata forza e prontezza. Ed io ero lì, accanto a te a svolgere un lavoro, il mio lavoro che in quel momento rappresentava una vera e propria dicotomia: il mio essere detective, contro l’essere tifoso.
Ho imparato tanto in quei tre anni, sia in ambito professionale che nella vita. Ti ho osservato, seguito, aspettato e apprezzato, tra le tante cose, la tua immensa generosità e il tuo coraggio, proprie solo di un cuore grande.
Fare il detective privato non è un lavoro facile, ma con te è stato meraviglioso.