Secondo uno studio, realizzato da Confcommercio Fvg, sette aziende su dieci sono colpite da abusivismo e concorrenza sleale: in molti si rivolgono ad un’agenzia di investigazioni private
Il 68% delle aziende che operano nel settore terziario in Friuli Venezia Giulia sono state danneggiate da abusivismo e concorrenza sleale, fenomeni deleteri per le imprese coinvolte e per tutto il tessuto economico della regione. È il quadro emerso da una recente ricerca di Confcommercio Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Format Research, intitolata “Osservatorio sulla legalità in Fvg: l’opinione delle imprese del terziario”. Dallo studio risulta che i settori più colpiti da casi di abusivismo e concorrenza sleale sono il commercio e il turismo (specialmente a causa delle nuove forme di concorrenza online). Inoltre, per il 72% delle aziende prese in considerazione, le misure di contrasto al fenomeno dell’illegalità sono ancora “non efficaci”.
Secondo il Presidente di Confcommercio regionale, Da Pozzo, il problema “della concorrenza sleale che deriva dalla criminalità, dalla contraffazione, dall’abusivismo commerciale e, più in generale, da tutte le forme di illegalità, altera il mercato danneggiando le imprese corrette e rallentando lo sviluppo economico”. Il problema dell’abusivismo e della concorrenza sleale è particolarmente sentito in tutto il Paese e nei più svariati settori, dall’alberghiero all’agroalimentare, dal quello manifatturiero all’high tech. Tutt’al più che la crisi economica e la feroce concorrenza hanno inasprito ancor maggiormente la situazione.
Così, per difendersi, molte aziende decidono di affidarsi a un’agenzia di investigazioni private. Negli ultimi anni il settore delle investigazioni private infatti è in fortissima crescita. A trainare il comparto, associato per lo più ad infedeltà coniugali e vicende sentimentali, sono invece le indagini in ambito aziendale che oltre alla concorrenza sleale comprendono altri fenomeni affini quali spionaggio industriale, sabotaggio, appropriazione e divulgazione illecita del know how aziendale, violazione del segreto commerciale, patto di non concorrenza, frodi e truffe in ambito lavorativo etc… Non sorprende quindi che molti noti brand internazionali si affidino ai detective privati per tutelarsi dalla concorrenza sleale o dalla contraffazione di marchi e brevetti (in particolare nel settore manifatturiero), o per proteggere informazioni sensibili che con il crescente utilizzo dei dispositivi tecnologici per lavorare sono esposte ad innumerevoli rischi provenienti dalla Rete.