Per combattere l’allarmante fenomeno delle frodi assicurative nella r.c. auto, da qualche anno, le compagnie assicurative sono obbligate a trasmettere, con cadenza annuale all’IVASS – Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni – una relazione contenente informazioni dettagliate circa le attività svolte per contrastarle.
Grazie a questi dati, dall’ultima analisi riferita al 2013, si evidenzia che la più alta incidenza di sinistri a rischio frode è nell’Italia meridionale dove circa il 30% delle denunce è risultato sospetto.
Per contrastare questo crimine le imprese di assicurazione si rivolgono sempre più spesso agli Investigatori Privati che, grazie alla loro attività investigativa, permettono di scoprire i casi di frode permettendo alle imprese assicurative di non liquidare tali danni che graverebbero inevitabilmente su tutti gli assicurati.
Per saperne di più abbiamo intervistato Vito Russo, Investigatore Privato, che giornalmente si occupa di antifrode assicurativa.
Perchè le compagnie assicurative si rivolgono agli investigatori privati?
Negli ultimi anni le richieste di risarcimento danni sono aumentate in modo sproporzionato, quindi a fronte di questo dilagare di richieste di risarcimento per lo più accompagnate da messe in mora da parte di avvocati, consulenti tecnici, ha reso necessario che le compagnie di assicurazione e riassicurazione prima di risarcire il danno con la gravame degli onorari per l’intervento dei professionisti intervenuti a vario titolo fossero coscienti della genuinità dell’evento dannoso di cui poi richiesta danno, poiché il fenomeno si è moltiplicato con l’approvazione della una nuova procedura liquidativa per i danni subiti in conseguenza di un sinistro stradale tra due veicoli, nota come “indennizzo o risarcimento diretto”. Il D.L. numero 223 del 4 luglio 2006, che stringe i tempi per il risarcimento ha fatto si di esternalizzare le operazioni di “accertamento” con la figura dell’investigatore privato con abilitazione alle indagini private in ambito assicurativo, unica figura professionale attualmente (escluso le ff.pp.) esistente in Italia preposta a questo tipo di attività finalizzata far emergere elementi tali da far definire artefatta la richiesta di risarcimento danni avanzata.
Quali sono generalmente le attività che svolge l’investigatore privato per scoprire la frode?
Iniziamo con il dire che l’attività è una vera e propria investigazione privata, ma non basta è una attività d’investigazione privata assicurativa ove si presume che il professionista incaricato abbia anche come minimo delle nozioni tecniche per poter valutare l’attendibilità delle dinamiche dei sinistri stradali la compatibilità dei danni lamentati, una profonda conoscenza del codice della strada e del codice delle assicurazioni, di fatti prima del DM 269/2010 che ha rivoluzionato e stabilito le normative circa l’abilitazione alla professione, i Prefetti erano molto restii o meglio analitici e puntigliosi nel rilascio dell’Autorizzazione di investigatore assicurativo e di fatti si doveva dimostrare una certa preparazione in materia.
A suo parere, come può una compagnia assicurativa contrastare e prevenire tali reati?
Al quesito vi è semplice risposta basterebbe che le Compagnie assicurative provvederebbero ad avvisare l’A.G. ogni qualvolta avessero tra le mani elementi probatori tali da poter far nascere una querela, ma è costume consolidato da parte delle compagnie ottenere rinunce al risarcimento per poi archiviare senza seguito il fascicolo. In estrema sintesi le Compagnie assicurative dovrebbero dare segnali forti affinché si potessero scoraggiare i tentativi fraudolenti.
di Cosimo Cordaro
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