Da quando Open AI ha lanciato Chat GPT, l’Intelligenza Artificiale ha iniziato a rivoluzionare ogni settore, compreso quello legale. Le promesse di trasformare l’interazione umana con le macchine si sono materializzate, portando le legal chatbot a diventare dei veri e propri colleghi nella professione forense.
Legal chatbot: cosa sono e diffusione in Italia
Le legal chatbot sono assistenti virtuali automatizzati che comprendono il linguaggio naturale, rispondendo a domande legali e offrendo consigli agli utenti. Questi programmi basati sull’Intelligenza Artificiale simulano conversazioni umane per fornire informazioni legali in modo rapido ed efficiente. In Italia, l’utilizzo delle chatbot legali è ancora agli inizi, ma già si stanno facendo progressi significativi.
Ad oggi, sono stati avviati numerosi progetti pilota, soprattutto in ambito accademico e presso diversi tribunali. Ad esempio, la Corte d’Appello di Perugia utilizza una chatbot per cercare e consultare sentenze attraverso l’AI, semplificando l’accesso alle informazioni da parte degli utenti. Altri progetti sono in corso presso Università e Centri di ricerca sull’Intelligenza Artificiale applicata al diritto, per fornire mediante le chatbot informazioni su leggi e procedimenti giudiziari.
Nei Paesi anglofoni, l’uso delle chatbot legali è invece molto più diffuso. La chatbot DoNotPay, nota per contestare multe e richiedere risarcimenti per voli aerei, è un fenomeno di successo ed è attiva sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito. Altri esempi di chatbot legali sono CaseCrunch, specializzata nella previdenza sociale, LISA, un robot legale di revisione dei contratti commerciali, utilizzato in oltre 25 nazioni e CARA, un assistente virtuale in grado di eseguire ricerche su milioni di documenti.
Il futuro della professione forense
Le legal chatbot rappresentano uno strumento prezioso e un valido alleato per i professionisti del diritto e i cittadini. Sfruttando l’Intelligenza Artificiale, analizzano enormi quantità di dati legali per fornire all’utente risposte precise e informazioni dettagliate. Gli avvocati possono utilizzare le chatbot per effettuare ricerche giuridiche, correggere un atto o cercare clausole contrattuali, fornire risposte più veloci ai clienti, risparmiando tempo e costi.
In conclusione, le chatbot legali rappresentano il futuro della professione forense, offrendo a tutti gli attori in gioco di migliorare le performance e ottimizzare i processi di lavoro. Tuttavia, è necessario utilizzare l’AI con competenza e responsabilità, considerandola uno strumento complementare e non sostitutivo. Le implicazioni etiche e i rischi legali richiedono una cultura e una mentalità adeguate, insieme alle competenze tecniche necessarie.
L’innovazione legale attraverso le chatbot promette di rendere la giustizia più accessibile ed efficiente, portando la professione forense verso una nuova era di collaborazione tra tecnologia e competenze umane.