Le tracce forensi presenti sul luogo del delitto ci consegnano messaggi che devono essere tradotti, analizzati, compresi e che possono permettere la risoluzione di un reato
Il criminologo Edmond Locard sosteneva che ogni criminale lascia sul luogo del delitto una traccia e porta via con sé qualcosa. Secondo il principio di interscambio, quando A viene a contatto con B c’è un trasferimento da A a B e da B ad A.
Questo principio è valido per tutti coloro che accedono sulla scena: medici, operatori e tecnici. L’esempio che può aiutarci a chiarire questo concetto è la classica traccia sulla rena. Quando sulla sabbia viene lasciata un’impronta di una scarpa, sulla stessa calzatura indugiano i granelli di quella rena. Un principio molto semplice ma anche riduttivo perché nell’ambito dell’analisi della scena criminis nulla è mai come sembra.
Il sopralluogo sulla scena del crimine rappresenta il punto di partenza per ogni attività investigativa nella quale rientrano le operazioni compiute dalla Polizia Giudiziaria, coadiuvata da personale tecnico-scientifico. Repertamento, analisi e studio delle tracce.
La scena del crimine ci regala informazioni e tracce che devono essere analizzate. Nel momento esatto in cui un luogo viene identificato come scena del crimine deve essere circoscritto e isolato per permettere di esaminare tutte quelle che possono essere le tracce presenti. In realtà, a parità di fattori, la spiegazione più semplice è sempre quella da preferire.
Gli esperti giunti sulla scena dovranno massimizzare la possibilità di ottenere più informazioni possibili minimizzando la possibilità di contaminazione e alterazione delle tracce. Per costruire la dinamica di un evento criminoso è importante considerare tutti gli elementi ricavabili e oggettivamente presenti sulla scena e procedere poi ad una analisi approfondita.
Durante l’attività di accertamento è necessario redigere il verbale di sopralluogo, in cui andranno indicate una serie di informazioni imprescindibili per dare avvio alle seguenti indagini, ovvero:
- Tipo di attività che si sta svolgendo
- Motivo del sopralluogo
- Generalità di chi svolge le rilevazioni
- Rilevi descrittivi
- Rilevi planimetrici
- Fotografie e video
- Informazioni testimoniali acquisite
- Evidenziazione e raccolta del materiale che andrà conservato negli appositi contenitori per evitare dissolvenze
È importante, per chi si occupa di rilevare le tracce sulla scena del crimine, ridurre il più possibile gli effetti della contaminazione cercando di optare per materiali monouso, pulendo correttamente le dotazioni, delimitando la scena del crimine per poter studiare, repertare ed analizzare impronte digitali, Dna, capelli e sangue.
Ogni reperto deve essere individuato, accuratamente raccolto, acquisito e conservato in conformità con le conoscenze tecnico-scientifiche al fine di tutelare la tipologia delle tracce.
Trovare una traccia sulla scena del crimine però, non significa necessariamente trovare il colpevole, in quanto non tutte le tracce hanno lo stesso valore. L’impronta ci permette di identificare i soggetti intervenuti sulla scena del crimine, ricostruire la criminodinamica di un omicidio e quindi, confermare o meno un alibi. In alcuni casi, un primo errato approccio sulle scena del crimine, può pregiudicare tutto il resto dell’inchiesta e di esempi ne abbiamo tanti, basti pensare all’omicidio di Meredith Kercher o al delitto di Chiara Poggi.
Non bisogna dimenticare che a volte, nel tentativo di occultare un delitto, è possibile che l’offender possa manipolare la scena del crimine e/o spostare il cadavere. Una volta contaminata la scena, tutto ciò che viene dopo è semplicemente una errata valutazione che può mettere a serio rischio la validità delle indagini.