La Corte dei Conti, interpellata dal Dirigente di una società a partecipazione Pubblica, ha ritenuto legittimo l'impiego di un investigatore privato al fine di indagare sul comportamento di un dipendente, sospettato di svolgere attività retribuite durante la fruizione del congedo parentale, che gli era stato concesso ai sensi della L. 53/2000

Sebbene l'attività investigativa avesse permesso il licenziamento del dipendente “furbetto”, il Dirigente si era visto addebitare i costi sostenuti, che il Giudice del Lavoro non aveva inserito nelle spese legali da rimborsare, nonostante la scelta di rivolgersi a risorse private fosse determinata in primo luogo dall'urgenza delle verifiche da accertare ed in secondo luogo dall'ampiezza del territorio su cui indagare.

Grazie al ricorso alla Corte dei Conti il Dirigente non solo si è visto rimborsare tale somma ma ha di fatto aperto la strada all'utilizzo degli investigatori privati anche nelle pubbliche amministrazioni,  che sono stati ritenuti  uno strumento “attendibilmente più idoneo, anche per la prevedibile maggiore rapidità d’intervento, a disgelare il comportamento del dipendente sospettato di svolgere attività retribuita presso terzi nel periodo di congedo parentale”.

Il contributo che le agenzie investigative private possono dare anche alla Pubblica Amministrazione è notevole, non solo in merito alla celerità delle indagini svolte, ma anche  rispetto alla professionalità e accuratezza delle stesse. Molti sono i “furbetti” che rappresentano un costo per l'intera comunità, costo ben superiore della parcella dell'Investigatore Privato.

A cura della Redazione
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