Pare che la tecnologia ci stia facilitando la vita sempre di più, ma al contempo potrebbe ritorcersi contro di noi, limitando la nostra libertà
Tutti gli smartphone di ultima generazione, non c’è marca che ci scappi, hanno applicato il software Open Source che riconosce i volti. Un mezzo con cui, dopo aver usato password e poi l’impronta della mano, si può accedere all’apertura del proprio dispositivo, ben certi che nessuno potrà violare i parametri di alta sicurezza impostati.
Nell’era di Instagram, che appare un’applicazione così innocua, gli scenari di fantapolitica sono sempre dietro l’angolo e le realtà, come quella ipotizzata dal telefilm di successo “Person of Interest”, sembrano sempre più vicine. E non perché uscite dalla penna del genio Jonathan Nolan, fratello del pluripremiato regista Christopher Nolan, ma perché il mondo controllato dall’intelligenza artificiale senziente che attraverso le telecamere riconosce i volti e decide le sorti di ciascuno, secondo una logica fredda come quella del razionale tecnologico, è vera e attuale più che mai.
I software di Open Source con il riconoscimento facciale vengono, infatti, usati in modo ingenuo, per aprire il proprio dispositivo, dallo smatphone al pc, al tablet, ma quello che non si sa è che essi sono già pronti e in uso per fare una videosorveglianza intelligente.
Dal momento in cui ogni dispositivo è in rete, anche lo scanner del proprio volto diventa parte della rete, e quindi va sempre ricordato che dietro alle realtà tecnologiche ci sono grandi aziende ma che ci sono anche ricercatori che rendono disponibili open source software capaci di creare volti codice attraverso l’analisi di dieci foto qualsiasi di un soggetto, trovate appunto in rete. Tale programma si chiama OpenFace. E chi, nell’era dei social, non ha dieci foto in giro per il web (magari su Instagram) a cui si possa attingere, per creare la password giusta del dispositivo che si intende violare?
Con OpenFace è possibile ricreare la foto codice con cui attivare la password che libera e apre il dispositivo. Lo scanner si basa su alcuni punti salienti del volto che però spesso non sono un ritratto definito ed unico, tanto che anche fra fratelli molto simili è possibile lo scambio in fotocamera per l’apertura del dispositivo.
A questo punto ci si chiede se non valga forse la pena di tornare alla vecchia cara password o all’impronta digitale, metodi retrò, anche se di recente invenzione, ma certamente molto più sicuri.
di Katja Casagranda
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