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Per accedere a siti di scommesse e porno servirà lo Spid?

Agcom stabilisce nuove regole per tutelare i minorenni online. Il nuovo sistema prevede l’utilizzo dello Spid e la garanzia del doppio anonimato per accedere a siti porno e di scommesse.

Dal 2025 per accedere ai siti porno e a quelli del gioco d’azzardo potrebbe servire lo Spid. E’ una delle regole previste dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) nel nuovo schema adottato per proteggere i minori.

Cosa prevede il nuovo regolamento dell’Agcom

Il nuovo regolamento approvato il 24 settembre scorso da Agcom stabilisce nuovi metodi per verificare l’età degli utenti web. Accedere a determinati siti sarà dunque più difficile. A garantire controlli più stringenti, creando uno spazio più sicuro, sarà il doppio anonimato che, anche grazie alla collaborazione con il Garante Privacy, consentirà il rispetto alla propria riservatezza.

La navigazione dei siti cosiddetti Large Online Platform (piattaforme di grandi dimensioni), tra cui figurano quelli porno, potranno essere consultati attraverso l’uso dello Spid per tutelare i minori da contenuti di un certo tipo. Molto probabilmente si potrà accedere anche tramite la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o IT Wallet.

Spid e porno: un sistema che funziona?

Nonostante i dubbi sollevati siano molti, è necessario intervenire per impedire il ripetersi di quegli eventi di cronaca gravissimi di cui spesso si sente parlare e che coinvolge soprattutto minorenni vittime di abusi.

Ad oggi non esiste nessun limite concreto, perché per poter accedere è sufficiente dichiarare di essere maggiorenne. Per contrastare i potenziali pericoli a cui vengono esposti i minori, è stato quindi introdotto lo scorso anno il Decreto Caivano. Al momento non viene imposto nessun sistema specifico, a patto che garantisca il doppio anonimato. Le uniche informazioni che possono essere raccolte riguardano solo l’età. L’utente non può essere riconoscibile in alcun modo, né si può risalire al sito al quale si sta collegando.

Nel 2022, invece, è stato approvato a livello europeo il Digital Services Act (DSA). In questo caso il provvedimento stabilisce che i fornitori di servizi di piattaforme e motori di ricerca di importanti dimensioni facciano ricorso a misure adeguate per tutelare i minori attraverso sistemi di age verification.

Il sistema molto probabilmente entrerà in vigore dal prossimo anno. La normativa sarà dunque soggetta a un ulteriore monitoraggio tecnico e normativo, con l’obiettivo di creare un ambiente online più sicuro e trasparente.

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