A febbraio ha fatto il suo debutto Piracy Shield, il sistema inventato per bloccare i siti streaming pirata entro 30 minuti dall’inizio delle partite. Ma in alcuni casi sono stati colpiti anche indirizzi IP estranei a questi illeciti.
Piracy Shield approda anche in Champions League e nell’Eurocup di Basket. Si tratta di un sistema che, nato per bloccare i siti streaming illegali, è entrato in funzione i primi di febbraio. A finire nel mirino sono state numerose piattaforme, alcune delle quali per errore.
Come funziona Piracy Shield
I server per legge devono bloccare il traffico illecito di dati entro 30 minuti dall’inizio della partita. Tuttavia, attraverso la rete passano anche altre informazioni e contenuti legali, bloccando le quali si colpiscono indirizzi IP estranei a queste pratiche.
La questione è seria, tanto che ci si domanda chi dovrà pagare per il blocco di questi servizi e chi potrebbe risponderne a livello legale. La strategia messa in atto, infatti, rischia di danneggiare un gran numero di telespettatori.
L’obiettivo di Piracy Shield è quello di combattere la pirateria e in particolare quelle organizzazioni criminali che, acquistando una rete di distribuzione di contenuti (CDN), finiscono per coinvolgere provider che nulla hanno a che fare con gli autori di questi reati.
Il sistema colpisce soprattutto la pirateria collegata alle IPTV. E i proventi illeciti che derivano dagli abbonamenti al “pezzotto” hanno permesso ai criminali di organizzarsi con un vero e proprio servizio di streaming.
Multe e sanzioni per punire il pezzotto
A detenere i diritti delle partite in questione sono Dazn e Sky che, insieme alla Lega Calcio, hanno segnalato all’Agcom 47 link che consentivano di visionare le partite senza avere gli abbonamenti per poterle seguire regolarmente. Riconosciuti i link chiave, sono state individuate 1019 emittenti pirata. Secondo le stime, avrebbero avuto problemi almeno 100 mila famiglie, per un totale di circa 300 mila persone.
Agcom, il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza e il Garante hanno cominciato dunque a inviare centinaia di multe. I trasgressori, una volta raggiunti dalla notifica, dovranno pagare 154 euro che, in caso di recidiva, potranno arrivare fino a 5 mila euro.
In base ai dati dichiarati dalla Guardia di Finanza, l’abbonamento al “pezzotto” o ai portali di streaming pirata avrebbe un costo di 10 euro al mese e di 60 all’anno, molto al di sotto dei prezzi previsti. Le fiamme gialle hanno inflitto multe di almeno 180 mila euro ai clienti delle organizzazioni criminali solo nell’ultimo turno di Serie A.
A causa dei problemi causati dal sistema, Agcom ha ricevuto molte critiche. Ciononostante, l’Autorità è convinta della validità di questa piattaforma, al punto da aver annunciato che presto adotterà Piracy Shield per altre situazioni, come le prime cinematografiche e le dirette live televisive.