Nelle ultime settimane l’Agenzia delle Entrate e il Garante della privacy si stanno confrontando per sciogliere gli ultimi nodi sul trattamento dei dati personali prima dell’entrata in vigore della fattura elettronica
Il 1° gennaio del 2019 entrerà in vigore l’obbligo di emettere fattura elettronica da parte di imprese e privati per la prestazione di servizi e le cessioni di beni tra soggetti residenti o stabiliti in Italia. È quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2018: la fattura elettronica dovrà essere emessa in un unico file in formato Xml e trasmessa al SdI (Sistema di Interscambio) dell’Agenzia delle Entrate. Finora l’obbligo della e-fattura era stato introdotto solo per i prestatori di servizi verso la Pubblica Amministrazione e per la filiera dei carburanti, a partire dal 1° luglio 2018. Rimarranno esclusi dal nuovo meccanismo (anche dall’anno prossimo), i soggetti non stabiliti in Italia e i contribuenti minimi e forfettari.
Tuttavia, nonostante manchino circa un paio di settimane dall’avvio della e-fattura, vi sono ancora forti perplessità in merito alla sua applicazione, in particolare dopo che il 16 novembre scorso il Garante per la privacy ha chiesto di rivedere il nuovo modello di fatturazione per allinearlo al regolamento europeo. Nello specifico, per tutelare aziende e consumatori, l’Autorità ha chiesto all’Agenzia delle Entrate degli interventi rapidi che riguardano il trattamento dei dati non fiscali e la proliferazione dei soggetti che potranno accedere a informazioni molto sensibili. I tecnici dell’AG dovranno cercare di mettere al sicuro le informazioni più esposte secondo il Garante, sviluppando procedure per la gestione della privacy legata alla fattura elettronica. Particolare attenzione dovrà essere fatta sul ruolo degli intermediari, che vengono a conoscenza di molte informazioni provenienti da più operatori economici, anche potenzialmente in concorrenza tra di loro.
Al contrario, sembrano ormai archiviati i problemi che riguardavano la sicurezza legata all’emissione della fattura elettronica. Attraverso l’emendamento 10.20 infatti, è stato affermato che “sul servizio di conservazione gratuito reso dall’Agenzia delle Entrate attraverso Sogei, questa non può avvalersi di soggetti terzi”. Inoltre, Sogei ha già notificato e chiesto a coloro i quali usano canali Ftp di passare a un canale più sicuro, l’sFtp, messo a disposizione dalla stessa che utilizza canali criptati.