A distanza di oltre un anno, solo il 28% delle aziende è in linea con il Regolamento europeo: tuttavia per l’81% esso ha avuto effetti positivi in termini di reputazione e brand image
A più di un anno dall’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati (GDPR), solo il 28% delle aziende ne soddisfa i requisiti. In Italia le aziende conformi sono il 21%, come in Spagna. Meno in Svezia (18%), mentre vanno meglio Regno Unito e Germania (33%) e Stati Uniti (35%). È quanto emerso da un recente studio di Capgemini Research Institute, intitolato “Championing Data Protection and Privacy – a Source of Competitive Advantage in the Digital Century”, che esamina il grado di adozione del regolamento sulla privacy in diversi Paesi Ue e non solo.
A discapito dei risultati, non ancora molto gratificanti, la maggior parte delle imprese si dichiara tuttavia soddisfatta degli effetti del GDPR. L’81% delle aziende conformi ha infatti affermato di aver avuto un impatto positivo in termini di fiducia dei clienti (84%), brand image (81%) e morale dei dipendenti (79%). Tra gli effetti positivi secondari, i manager delle aziende hanno rilevato miglioramenti nei sistemi IT (87% rispetto al 62% del 2018), nelle pratiche di cyber security (91% rispetto al 57%) e in cambiamenti e trasformazioni a livello organizzativo (89% rispetto al 56%). Inoltre, dalla ricerca emerge che le aziende in linea con il GDPR hanno maggiori probabilità di utilizzare piattaforme cloud (84% rispetto al 73% di quelle non conformi), crittografia dei dati (70% rispetto al 55%), Robotic Process Automation (35% rispetto al 27%) e conservazione dei dati industrializzati (20% rispetto al 15%).
Tuttavia rimangono ancora molte le sfide da affrontare e comprendono l’allineamento dei sistemi IT legacy (38% delle aziende), la complessità dei requisiti del regolamento (36%) e i costi proibitivi che vanno sostenuti per essere in linea con gli stessi (33%). Per essere conformi con la normativa le aziende sostengono costi significativi per le diverse commissioni professionali. Il 40% di queste sostiene che nel 2020 spenderà oltre un milione di dollari per le spese legali, mentre il 44% ritiene invece che li spenderà per effettuare aggiornamenti in campo tecnologico.