L’Autorità ha presentato in Parlamento la relazione annuale sulla privacy: nel 2018 sono state riscosse oltre 8 milioni di multe.
Il Garante per la privacy, Antonello Soro, ha presentato in Parlamento la consueta relazione annuale sulla tutela dei dati personali. I numeri emersi dal documento, reso pubblico in questi giorni, parlano di oltre 8 milioni di sanzioni riscosse nel 2018, più del doppio (115%) rispetto al 2017. Dal bilancio annuale emergono inoltre 707 violazioni amministrative contestate, oltre 5.600 quesiti, reclami e segnalazioni affrontati, 28 pareri a Governo e Parlamento, 27 casi segnalati alla magistratura e 150 ispezioni effettuate.
Le ispezioni hanno riguardato diversi settori, sia nel pubblico che nel privato. Per il settore pubblico, gli accertamenti si sono concentrati sugli enti (in particolare Comuni e Regioni), sulle grandi banche dati, sul Fisco, sul sistema informativo dell’Istat e sullo Spid. Per quanto riguarda invece il privato, l’attività di verifica ha coinvolto gli istituti di credito, le società di rating sul rischio e sulla solvibilità delle imprese, le società assicuratrici, quelle che offrono servizi di money transfer, le aziende medico-sanitarie e quelle che svolgono attività di telemarketing. Sotto la lente del Garante sono finite anche le questioni legate a telefonate, mail, fax e sms promozionali indesiderati, Internet, videosorveglianza, rapporto di lavoro e dati bancari.
Soro si è espresso inoltre sugli interventi legati alla tutela online dei minori, dalla minaccia del cyber bullismo ai rischi sugli smart toys, dal controllo sulle fake news all’uso improprio dei dati personali sui social network. Nei controlli sono rientrate anche le procedure per il reddito di cittadinanza e le questioni legate alla Piattaforma Rousseau. Infine, l’Autorità ha avuto modo di esprimersi sulla “realtà cinese”, ancora molto debole sul piano della privacy, avvertendo che “l’entità dei rapporti commerciali tra Europa e Cina è tale da non poter più prescindere da una cornice di garanzie adeguate, soprattutto per la tutela dei dati”. Sottolineando l’importanza dei nuovi strumenti a disposizione del Garante, grazie al recente GDPR, Soro ha ribadito che “di fronte all’incessante progresso di una tecnologia che sembra aver smarrito il valore del limite, la protezione dei dati rappresenta un efficace strumento di tutela non solo dell’identità, ma anche della dignità dell’uomo rispetto al potere della tecnica, per impedire la riduzione della persona a cosa, la monetizzazione della libertà”.