Cosa è consigliabile fare per difendersi da un attaco ransomware
Il ransomware si presenta quale programma informatico “malevole” capace di “contagiare” e/o “infettare” un computer, un tablet o TV. Il contagio si concretizza in un blocco dei contenuti dei diversi dispositivi digitali per poi chiedere un “riscatto” per il regolare ripristino del dispositivo.
L’inoltro della domanda di pagamento viene indirizzata, ad esempio, direttamente sullo smartphone delle vittima, precisando il tempo a disposizione per effettuare il pagamento richiesto.
È possibile distinguere due tipi principali di ransomware: i cripto capaci di criptare i file contenuti all’interno dell’apparecchio; i blocker che frenano l’uso del dispositivo.
Il ransomware si propaga soprattutto grazie all’invio di mail e sms che solo apparentemente sembrano essere stati inviati da fonti sicure e/o conosciute. Il messaggio, di solito, contiene l’invito ad aprire un allegato con urgenza oppure link o banner.
Oltre ciò, un attaco ransomware può essere diffuso anche attraverso software e app., pubblicizzati anche in maniera completamente gratuita in modo da attirare il maggior numero di utenti possibili. Ogni dispositivo infettato può di conseguenza contagiare altri sistemi.
Il Garante per la protezione dei dati personali comunica che la più importante forma di difesa è rappresentata dalla prudenza. Si consiglia di non aprire messaggi sospetti o provenienti da persone sconosciute.
E’ inoltre raccomandabile installare un antivirus con estensione anti-malware, aggiornare con regolarità il sistema operativo e utilizzare lo strumento del backup per salvare i propri dati.
La vittima di ransomware può rivolgersi ad un tecnico specializzato che possiede tutte le competenze necessarie per ripristinare alla normalità il dispositivo infettato.
E’ raccomandabile denunciare sempre l’attacco ransomware alla Polizia Postale con la possibilità di inviare al Garante Privacy una segnalazione nel caso di eventuale violazione dei propri dati personali.