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Rinnovo CCNL vigilanza privata: proposte inaccettabili dalle associazioni datoriali

Il dialogo sul rinnovo del CCNL della vigilanza privata continua, ma per i sindacati le proposte delle associazioni datoriali sono inaccettabili

Ancora incontri (e scontri) sul rinnovo del CCNL della vigilanza privata. Difficile trovare un punto d’accordo tra le proposte delle associazioni datoriali e le richieste delle sigle sindacali CGIL, CISL e UIL. Il 12 e il 19 gennaio scorsi, le due compagini si sono ritrovate per discutere del rinnovo del contratto nazionale della vigilanza privata. Sul tavolo, le proposte delle associazioni delle aziende in tema di orario di lavoro, mercato del lavoro e classificazione dei lavoratori. Le proposte riguardanti i primi due argomenti ricalcavano quelle già presentate nel 2019.

Iniziando con l’orario di lavoro, le parti datoriali propongono una maggiore flessibilità oraria, che comporterebbe un superamento dell’orario giornaliero e la rideterminazione del numero dei riposi annuali. Sul secondo aspetto, quello del mercato del lavoro, le aziende propongono di introdurre il lavoro intermittente (in prima battuta, per tutto il personale; successivamente, solo per i servizi di sicurezza, stewards e buttafuori). In secondo luogo, si prospetta un maggiore ricorso al contratto a termine e di somministrazione e una rivisitazione delle norme sul part time. Infine, per quanto riguarda la classificazione, i datori di lavoro propongono una classificazione specifica tra personale decretato e non decretato.

I sindacati si sono opposti alle proposte formulate dalle aziende, nello specifico per quanto riguarda la classificazione. La classificazione unica infatti costituisce una premessa fondamentale per la definizione di un contratto unico per tutta la filiera della sicurezza. Entrambe la parti si sono lasciate dunque con un nulla di fatto. Dal canto loro le associazioni datoriali si sono riservate di formulare una nuova proposta entro due settimane. Duro il commento di Cobas. “Il lavoro intermittente, il maggiore ricorso al contratto a termine e alla somministrazione, un nuovo modello che introduce la flessibilità oraria, un riconteggio al ribasso delle ore di riposo annuali, sono tutte modifiche contrattuali che andrebbero contro gli interessi dei lavoratori. Gli operatori del settore della sicurezza privata non meritano un ulteriore peggioramento delle loro condizioni di lavoro”.

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