“Servirebbero più poliziotti in giro, signora mia…”.
Quante volte abbiamo sentito pronunciare frasi di questo tenore da cittadini preoccupati – a torto o a ragione – per la diffusione di piccoli reati, oppure a causa di una percepita esplosione di criminalità spicciola? Tante, troppe?
Alt. Sgomberiamo subito il campo dai sospetti di approssimazione. Sì, lo sappiamo bene, anche l’idea stessa che in Italia siano in servizio troppo pochi appartenenti alle forze dell’ordine è frutto di cattiva informazione e spesso di idee preconcette. Anzi, i dati rivelano una realtà agli antipodi.
Secondo gli osservatori i delitti commessi sono in diminuzione e, soprattutto, le forze di polizia e la spesa relativa si piazzano ai vertici delle classifiche europee – in termini assoluti e nel rapporto con la popolazione – mentre i risultati, spesso, non sono paragonabili a quelli ottenuti in altri Paesi.
Poliziotti, carabinieri, guardie di finanza e tutti gli altri sono scansafatiche o poco capaci? Assolutamente no. I problemi sono noti: sovrapposizioni, leggi spesso mal concepite o contraddittorie e depotenzianti, un’assurda percentuale di personale assegnato all’apparato tecnico-logistico, cioè a compiti d’ufficio, secondo i dati dello scorso anno circa il 60%.
Siamo consapevoli di tutto ciò, ma discuterne a fondo non rientra tra i compiti e i desideri di questo spazio. O magari lo faremo in un altro momento.
Ciò che ci preme far notare qui è che la situazione, quanto a controllo del territorio, prevenzione e relativamente al senso di sicurezza richiesto dai cittadini, sarebbe agevolmente migliorabile, sfruttando con intelligenza risorse già presenti e attive.
Ci riferiamo, com’è intuibile, alle guardie particolari giurate. Uno sforzo in tal senso si sta già facendo in questi giorni, con la predisposizione di un disegno di legge da presentare in Parlamento, mediante petizione popolare, circa il riconoscimento alla categoria di alcune competenze di Polizia Giudiziaria. Per raggiungere lo scopo sarebbe necessaria la modifica del T.U.L.P.S. (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), che fino a oggi non sancisce tale funzione.
L’apertura da parte delle Istituzioni dovrebbe essere bilanciata, in modo certo e rigoroso, da seri impegni presi dai soggetti privati coinvolti, ovvero le agenzie e società di vigilanza e security, tramite le loro associazioni. Selezione spartana all’ingresso, addestramento psicologico, legale e operativo ai più alti livelli. Se e quando i compiti delle guardie giurate potranno incidere sui diritti delle persone in modo più ampio e profondo di quanto non accada oggi, la preparazione e il controllo, ce ne rendiamo conto, dovranno diventare impeccabili.
Non si propone, naturalmente, di creare un nuovo e variegato corpo di polizia, ma di consentire l’affiancamento ai tutori dell’ordine istituzionali di una forza già per inclinazione “predisposta”, e spesso caratterizzata da un elevato livello di competenza tecnica e professionalità, con funzioni limitate per materia e territorio. Questa scelta consentirebbe il disimpegno di una rilevante quota del personale pubblico da compiti di sorveglianza e intervento spiccioli, permettendone l’impiego nel contrasto di emergenze e quotidianità criminali o sociali davvero pericolose.
Del resto esperimenti embrionali nella giusta direzione sono già in atto. Come a Mariotto, in Puglia oppure a Sandrigo, in provincia di Vicenza, dove le autorità comunali hanno siglato accordi con le imprese di vigilanza per affidare loro compiti integrativi di controllo del territorio. Oppure il decreto del Ministero della Difesa che individua le acque internazionali in cui sarà possibile per i mercantili italiani l’impiego di guardie giurate in funzione antipirateria.
Sul tavolo, in estrema sintesi, abbiamo una richiesta urgente della popolazione, spesso condivisa da amministrazioni di diverso livello; una categoria sempre più mobile e rispondente alle esigenze di mercato; un semplice calcolo economico, secondo il quale investimenti minimi potrebbero garantire risultati ottimi.
Chiamiamola come preferiamo, sicurezza integrata oppure partnership pubblico-privato per la sicurezza, ma pensiamoci seriamente.