Per proteggere il know-how aziendale da attacchi informatici, concorrenti sleali e dipendenti infedeli, rivolgersi a una società di investigazioni private, può rappresentare la soluzione migliore per prevenire danni economici ingenti
Il know-how aziendale, o segreto commerciale, rappresenta il valore aggiunto per un’impresa, che le consente di fatto di differenziarsi, e magari imporsi, sui propri concorrenti. Considerata l’accesa competitività e gli sforzi richiesti dal mercato attuale, questo genere di informazioni riservate sono così preziose da essere oggetto del desiderio di aziende concorrenti, hacker e, cosa che di recente accade spesso, degli stessi dipendenti.
A tutela del know-how aziendale, il 22 giugno scorso il Governo italiano con il decreto legislativo n. 68/2018 ha dato attuazione alla direttiva europea 2016/943, con la quale sono stati rafforzati gli strumenti di protezione del know-how e delle informazioni commerciali riservate. Lo scopo della riforma è quello di vietare e sanzionare in modo più incisivo l’acquisizione, l’utilizzo e la divulgazione non autorizzati di segreti commerciali, prevedendo misure sanzionatorie penali e amministrative in grado di ostacolare la fuga di notizie aziendali. La legge prevede pene severe non solo per le condotte dolose ma anche per le ipotesi colpose, con la sanzionabilità dell’ipotesi di utilizzo, rivelazione ed acquisizione di informazioni riservate anche non volontarie. Inoltre, con la riformulazione dell’articolo 623 del codice penale, il legislatore ha stabilito sanzioni più pensati nel caso in cui la violazione dei know-how aziendale avvenga attraverso attacchi informatici.
D’altronde, considerato il massiccio utilizzo di internet per svolgere pratiche di lavoro, il web rappresenta ormai la fonte di pericolo numero uno per le aziende e gli hacker, talvolta commissionati dalle imprese concorrenti, possono entrare in possesso dei segreti commerciali. In alternativa la minaccia può arrivare anche dagli stessi dipendenti, che sovvenzionati da terzi o per proprio conto, possono acquisire e vendere le informazioni in cambio di cospicuo denaro.
Per prevenire il danno quindi, avvalersi di un buon investigatore privato può rivelarsi la scelta migliore. Una società di investigazioni infatti vanta formazione e competenza in materia, considerata la mole di lavoro che arriva da situazioni di questo tipo, nonché le attrezzature adeguate per svolgere tale incarico. In questo senso l’attività dell’investigatore privato per proteggere il know-how aziendale si sviluppa su due binari distinti: quello di bonifica (da ripetersi periodicamente nel corso dell’anno) per monitorare il luogo di lavoro e segnalare eventualmente la presenza di una qualche minaccia tecnologica. In secondo luogo, in presenza di dubbi da parte del datore di lavoro su comportamenti scorretti di uno o più dipendenti, una società di investigazioni può controllare il lavoratore per verificare la fondatezza o meno dei sospetti.