Protagonisti del palinsesto televisivo, i serial killer affascinano, incuriosiscono e spaventano per le loro folli gesta, diventando oggetto d’indagine di numerosi documentari e serie Tv. Dietro queste storie, però, ci sono tante vittime innocenti, tante vite spezzate inutilmente
Serial killer e serie Tv: dalla spettacolarizzazione alla realtà
Nel maggio di quest’anno, su Netflix è uscita una serie che ha riscosso particolare successo. Si tratta di Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer. Racconta la vicenda criminale di Jeffrey Lionel Dahmer, un giovane omosessuale di Milwaukee, che tra il 1978 e il 1991 seminò il panico nella comunità gay locale, commettendo ben 17 omicidi, aggravati da necrofilia, smembramenti e atti di cannibalismo. Non a caso venne definito “Il cannibale di Milwaukee”. Una storia agghiacciante e macabra, che scosse gravemente l’opinione pubblica americana.
La serie Tv racconta il personaggio, indaga nella sua psiche, cerca di scoprire le cause di questi efferati omicidi, ma anche di svelare il lato umano dell’assassino. I serial killer sono sempre di più i protagonisti del palinsesto televisivo, oggetto della curiosità morbosa del pubblico, spettacolarizzati dal piccolo schermo (stessa sorte che è toccata ai narcos) ed innalzati ad eroi oscuri dell’era moderna e contemporanea.
Quest’anno, sempre su Netflix, è uscita la docu-serie “Conversazioni con un killer – Il caso Gacy” che narra la parabola criminale di John Wayne Gacy, meglio conosciuto come “Il Killer Clown”, autore, tra il 1972 e il 1978, di 33 omicidi di ragazzi adolescenti. Tra le altre cose, Gacy ha ispirato il romanzo di Stephen King “It” diventato successivamente un film di successo.
Nel 2019, era uscita un’altra stagione di “Conversazioni con un killer”. In quel caso, il protagonista era Ted Bundy, considerato uno dei serial killer più spietati della storia americana. Brillante avvocato e politico rampante, ha commesso una trentina di omicidi in quattro anni, adescando con modi subdoli giovani donne, che rapiva, stuprava e infine uccideva.
Gli assassini seriali in Italia
Brutali omicidi, macabri rituali, atti di necrofilia e cannibalismo: i serial killer sconvolgono da sempre l’immaginario delle persone per le loro atrocità ed inquietanti manie. Anche l’Italia ha conosciuto alcuni assassini seriali, passati alla cronaca (e alla storia), per aver turbato l’opinione pubblica della nostra Penisola.
Primo su tutti, è certamente “Il Mostro di Firenze”, tristemente noto per aver commesso, tra il 1968 e il 1985, otto duplici omicidi nella provincia di Firenze. Il processo si è concluso con l’assoluzione in appello di Pietro Pacciani e con la condanna di Mario Vanni e Giancarlo Lotti, riconosciuti come gli autori di quattro degli otto omicidi.
Un altro nome noto è quello di Donato Bilancia, autore di 17 assasini, che hanno avuto come vittime prostitute e passeggeri di treni. Ed infine, merita una menzione Leonarda Cianciulli, meglio nota come “La Saponificatrice di Correggio”. Tra il 1939 e il 1940 uccise e sciolse nella soda caustica tre donne, sue amiche, utilizzando i resti per produrre sapone e biscotti da servire ai figli.