Nonostante la proroga dei servizi antipirateria, le imprese di vigilanza attendono ancora i corsi formativi e il rinnovo per il porto d’armi.
Il Decreto Agosto ha prorogato i servizi di antipirateria marittima sulle navi mercantili battenti bandiera italiana. Il rinvio, in scadenza a giugno 2021, ha di fatto interrotto una situazione di stallo che durava dal 30 giugno scorso. Da allora, gli istituti di vigilanza privata non potevano più offrire i servizi antipiraterateria per difendere le navi italiane che transitano in acque internazionali. Tuttavia, ad un problema risolto se ne aggiungono altri di nuovi.
Infatti, ad oggi mancano ancora i corsi teorici-pratici obbligatori per la formazione delle guardie giurate, come previso dal DM 139/2019. L’altro aspetto riguarda l’autorizzazione al porto d’armi, che viene rilasciata ogni volta che si effettua un servizio. Così facendo, le imprese di vigilanza privata non hanno tempo sufficiente per il rinnovo. In questa situazione, il rischio principale è di rimanere indietro rispetto ai competitor stranieri. Infatti, molte imprese che operano in questo settore stanno perdendo importati opportunità di business. Senza contare la scarsa sicurezza delle navi mercantili.
Nei giorni scorsi il Presidente di UNIV e FederSicurezza, Luigi Gabriele, è intervenuto per sollecitare le Istituzioni ad affrettarsi sulla questione della formazione. Inoltre, in merito al porto d’armi, Gabriele ha chiesto di ripristinare la circolare del Capo della Polizia del 19 ottobre 2013, la quale prevede un’autorizzazione biennale da integrare di volta in volta con una mail all’autorità competente, contenente le informazioni relative al servizio svolto. “Si tratta di una semplificazione” ha dichiarato “che consentirebbe alle imprese italiane specializzate in servizi antipirateria di riprendersi un mercato che sta ormai passando in mani esclusivamente straniere”.